E’ il 20 aprile 2013. Salvatore Buzzi stila l’elenco delle persone che tiene a libro paga per controllare o fare da tramite con questo o quel politico: “Lo sai a Luca (Odevaine, ex vice capo di gabinetto dell’ex sindaco di Roma Veltroni e responsabile extradipartimentale della polizia provinciale, ndr) quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… (…) Schina millecinquecento euro al mese… (…) un altro che mi tiene i rapporti con Zingaretti (Nicola, presidente della Regione Lazio, ndr) duemilaecinque al mese“. E’ quanto emerge dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare prodotta dall’inchiesta che ha sollevato il velo sulla “Cupola” che si spartiva gli appalti e le nomine al Comune di Roma. Duemilacinquecento euro al mese per tenere i contatti con il numero uno della Pisana, che non risulta indagato e al momento è estraneo ad ogni contestazione. Se si tratti di una dichiarazione veritiera o di una millanteria, è quello che gli inquirenti stanno cercando di scoprire. L’unica certezza è che le indagini proseguono e allargano il proprio raggio d’azione anche alla Regione Lazio.

Chi è l’uomo che secondo Buzzi terrebbe “i rapporti” con il governatore? I contatti della “cupola” in Regione sono incarnati, secondo i pm, nella figura di Luca Gramazio, capogruppo di Forza Italia indagato per associazione mafiosa, corruzione aggravata e illecito finanziamento), che garantiva la capacità “di controllare l’erogazione di fondi, da parte della Regione Lazio, necessari alla gestione del territorio” e in quella di Eugenio Patanè, consigliere Pd iscritto nel registro degli indagati per turbativa d’asta e illecito finanziamento. Ma le piste che portano in Regione sono molteplici.

Il 28 maggio Massimo Carminati parla con Buzzi della nomina di Italo Walter Politano alla guida del Dipartimento delle Politiche sociali del Comune di Roma. L’uomo delle cooperative fa presente: “Stamo ad aspetta’ questa macrostruttura… se è Politano.. lui si chiama Politano, se vedi Politano al Quinto avemo vinto….perché poi c’è un altro problema: senti un po’, se senti Gramazio che intenzioni c’hanno loro con Marino perché se fossero abbastanza seri dovrebbero fallo casca’ a Marino..”. L’ex Nar risponde netto: “Loro stanno facendo un’operazione direttamente con Zingaretti per sistemarsi Berti (Giuseppe, indagato per associazione mafiosa, ndr) questi qua, pe sistemasse…perché de Zingaretti se fidano de Marino non se fida nessuno”.

“Il fatto che nelle carte ci siano delle persone che chiedono ad altre di poter parlare con me dimostra che con me non avrebbero mai potuto parlare“, ha spiegato Zingaretti a Sky Tg24. Il governatore ha disposto “un’indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltanti della Regione quali: Asl, Ater, Centrale Unica e Dipartimenti per conoscere se società legate all’inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito” e ha “intanto chiesto la sospensione dell’assegnazione delle gare in corso“.

La Regione Lazio viene tirata in ballo anche in una conversazione registrata dagli inquirenti il 5 maggio 2014 nell’ufficio di Buzzi presso la cooperativa “29 giugno”, cui partecipano tra gli altri Carminati e Fabrizio Testa (ex presidente di Tecnosky, “testa di ponte della organizzazione nel settore politico e istituzionale” e arrestato per associazione mafiosa), in cui il gruppo effettua “elaborazioni strategiche in tema di appalti pubblici“. A chi auspica “… il verde al bioparco, che se riuscimo a pigliasselo proprio tutto…vaffanc…”, Testa risponde: “Non hai capito…a me me dovete da…fino all’ultimo momento me dite è questo.. poi lui va da e quelli sono soldi che partono da (incomprensibile)..ricordati che passano… Non passano dal bilancio cioè.. passa sui tetti di Zingaretti. Eh son soldi della Presidenza..”.

A cosa si riferisce Testa? Una possibile risposta la fornisce il gruppo M5S alla Pisana, secondo cui nel 2014 la giunta regionale non ha provveduto ad approvare l’assestamento di bilancio e provvede alle variazione attraverso decreti presidenziali. “C’è il timore che i provvedimenti di Zingaretti definiti `tetti´ nelle intercettazioni della cupola – scrive in una nota Valentina Corrado, consigliera del M5S Lazio – siano quei decreti presidenziali cui il presidente effettuava variazioni di bilancio senza passare per il Consiglio con l’assestamento di bilancio, mai fatto in questa legislatura, come da noi denunciato in più occasioni in aula e in commissione”.

L’altro punto di contatto tra l’ordinanza e la Regione Lazio è il nome di Michele Baldi, che compare nelle intercettazioni e non è indagato. Secondo gli inquirenti si tratta di quel Michele Baldi che “eletto nel consiglio regionale del Lazio il 26/02/2013, ha militato prima in Alleanza Nazionale, poi in Forza Italia, fondando la civica Movimento per Roma. Approdato infine nel centrosinistra, primo nella lista che porta il nome di Zingaretti, eletto e capogruppo della stessa in consiglio regionale”. Baldi viene tirato in ballo da Giovanni Quarzo, indagato per associazione mafiosa, che domanda a Fabrizio Testa se Baldi fosse in grado di “controllare” Cosimo Dinoi nelle manovre che portarono Quarzo a diventare presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma.

Aggiornamento – 19/05/2021
Per correttezza e completezza dell’informazione, evidenziamo che la posizione dell’avv. Giuseppe Berti è stata archiviata, dal Gip presso il Tribunale di Roma, in data 6 febbraio 2017.

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