“Abbiamo iniziato a comunicare con i rapitori di David Cawthorne Haines“. Lo ha detto il premier britannico, David Cameron, che, in un’intervista rilasciata alla Bbc, non ha escluso la possibilità d’intervento aereo nei territori controllati dallo Stato Islamico. “E’ importante – ha aggiunto – che l’intervento occidentale non sia sopra le teste di chi a livello locale sta cercando di combattere l’Isis e non sia fatto contro le richieste e l’attività dei partner regionali”.

Stabilire un contatto con i jihadisti “non vuol dire trattare per il prezzo del riscatto, c’è un’enorme differenza”, ha precisato il Primo Ministro inglese che ha quindi escluso la possibilità di pagare i terroristi per il rilascio del reporter britannico apparso alla fine del video che mostra la decapitazione di Steven Sotloff, il secondo giornalista americano decapitato dagli uomini del califfo, Abu Bakr al-Baghdadi.

Cameron smentisce anche la possibilità di una cooperazione con il presidente siriano, Bashar al-Assad, per la lotta all’Isis. Il premier ritiene che l’uomo a capo del regime in Siria “sia parte del problema piuttosto che della soluzione”. Il Primo Ministro esclude la possibilità di un confronto con Assad anche nel caso in cui la Gran Bretagna decida di dare il via a raid aerei su territorio siriano che, anche senza l’approvazione del leader alawita, non sarebbero, a suo parere, illegali. Il governo di Londra sta anche pensando di cominciare ad armare e addestrare i peshmerga curdi nel paese.  

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