Il procuratore generale di Roma, Luigi Ciampoli, ha avocato l’inchiesta svolta dalla Procura della Capitale nata dalle recenti dichiarazioni dell’ispettore di polizia in pensione Enrico Rossi, e relativa alla possibile presenza in via Fani di due agenti dei Servizi segreti in sella a una moto Honda, durante il sequestro del presidente democristiano Aldo Moro.

La notizia dell’avocazione è emersa a margine di un’audizione dello stesso procuratore generale Ciampoli davanti al Copasir (il comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti). Il magistrato ha risposto ad alcune domande dei commissari e si è riservato di fornire altri dettagli.

L’ex ispettore Rossi aveva raccontato alcune settimane fa che, quando era in servizio alla Digos di Torino, muovendo da una lettera anonima, aveva svolto una perquisizione il cui esito faceva ipotizzare una possibile presenza in sella alla moto Honda di due uomini dei servizi che il 16 marzo 1978 avevano il compito di proteggere l’azione delle Brigate Rosse.

Le indagini dell’ispettore, che risalgono ad alcuni anni fa, erano state acquisite all’epoca dalla Procura di Torino e trasmesse per competenza territoriale alla Procura di Roma. I magistrati romani il primo aprile scorso hanno interrogato Rossi e hanno svolto altre attività investigative.

La perquisizione di Rossi fu fatta in Piemonte in casa di Antonio Fissore, morto nel 2012 in Toscana. I familiari di quest’ultimo hanno escluso categoricamente che il loro congiunto fosse un uomo dei Servizi segreti, ed hanno anche indicato alcuni testimoni in grado di riferire che il giorno del sequestro dell’ex presidente della Dc Fissore non era a Roma.

Dopo le dichiarazioni di Rossi, il procuratore generale di Roma Ciampoli aveva annunciato che avrebbe chiesto informazioni alla Procura di Roma per le “più opportune valutazioni”. Ricevuto nei giorni scorsi il fascicolo, Ciampoli ha deciso oggi l’avocazione.

Articolo Precedente

Giustizia amministrativa, perché è necessario abolirla

next
Articolo Successivo

Berlusconi, ipotesi affidamento a struttura per anziani disabili. Poi l’appello Ruby

next