Un indulto mascherato che può far uscire di carcere Totò Cuffaro già quest’anno e provocare un’emergenza sicurezza. E’ la definizione data dalle opposizioni (M5s e Lega in testa) al decreto svuota carceri che, approvato dal governo prima di Natale, ha iniziato l’iter parlamentare. In commissione Giustizia alla Camera è intervenuto il ministro Annamaria Cancellieri. La Guardasigilli ha ammesso che sul testo “ci sono posizioni differenziate”, che “il decreto sarà dibattuto”, soprattutto per la norma che permette di aumentare da 45 a 75 i giorni di sconto concessi ogni semestre per la liberazione anticipata. Una misura centrale per ottenere quei circa 3mila detenuti in meno nel giro di due anni che il testo promette. Ma anche la misura “che è piaciuta meno”, sintetizza il ministro, che assicura: “Questo non è un indulto mascherato”. Sulla stessa linea la presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti, del Pd, a favore di un provvedimento “strutturale”, che “non implica automatismi” nella liberazione dei detenuti, dal momento che ogni decisione sarà vagliata da un giudice, e non comporta “nessuno svuotamento delle carceri”. Cancellieri non intende vedere snaturato il testo e infatti avverte: “Difenderemo a spada tratta” i punti centrali di una legge che “consideriamo un tassello importante della nostra politica: è una priorità che questo decreto venga approvato. E la maggioranza su questo tema terrà”. Da domani (8 gennaio) sarà invece in Aula il disegno di legge che riforma la custodia cautelare: si era ipotizzato che queste norme potessero confluire nel testo di conversione del decreto carceri, ma visto l’approdo domani in Aula, “credo che il problema non ci sia”, ha riferito Cancellieri sottintendendo l’intenzione di lasciare la parola al Parlamento.

Dal reinserimento dei tossicodipendenti al braccialetto elettronico
Il decreto svuota-carceri è stato varato per affrontare l’emergenza carceraria attraverso misure per il reinserimento dei tossicodipendenti detenuti e per il rimpatrio degli immigrati. Tra le misure anche l’innalzamento dello “sconto” per la liberazione anticipata (misura temporanea che scadrà tra 2 anni) e la stabilizzazione dei domiciliari per gli ultimi 18 mesi di pena. Sempre per quanto riguarda la liberazione anticipata, si amplia il beneficio dell’aumento dei giorni di detenzione (da 60 a 75) per ciascun semestre di pena espiata. L’applicazione retroattiva “comporta – si legge in una nota di palazzo Chigi – una contenuta anticipazione di una uscita che si verificherebbe comunque in tempi brevi”. Dunque, “non si tratta di una misura automatica e non si determina una liberazione immediata (in massa) di un numero rilevante di detenuti, ma è spalmata nel tempo e comunque sottoposta alla rivalutazione del giudice che deve verificare il corretto comportamento dei detenuti”. E ancora: espulsione al posto degli ultimi due anni di carcere per gli immigrati, aumento dell’affidamento in prova ai servizi sociali, l’introduzione del reato di piccolo spaccio di droga con pene minori. Tra le nuove misure, c’è anche il braccialetto elettronico, che viene incentivato, prevedendone comunque l’applicazione solo per i domiciliari, e non anche all’esterno, nei permessi o nell’affidamento in prova come in fase di elaborazione si era pure ipotizzato. Il dl prevede poi la creazione del Garante nazionale diritti dei detenuti.

Il relatore Ermini (Pd): “Coordinare le pene per lo spaccio con la messa in prova”
Il relatore David Ermini (Pd) all’agenzia Public Policy indica anche alcuni argomenti che potrebbero essere contenuti in alcuni emendamenti al decreto: coordinare le pene per lo spaccio di stupefacenti con l’istituto della messa alla prova, previsto per i reati fino a 4 anni; aumentare da due a tre anni gli anni di pena per i reati di immigrazione che possono essere scontati con l’espulsione dall’Italia del detenuto. Ma anche prevedere delle risorse per il Garante dei detenuti, istituito con il nuovo decreto Carceri. “Con le norme attuali – spiega – un ragazzo che eccede nello spinello può ricevere una pena massima di 5 anni, come prevede il nuovo decreto, e questo vuol dire che non gli si potrà applicare l’istituto della messa alla prova”. L’istituto della messa alla prova è stato introdotto con disegno di legge delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie, approvato a luglio dal Parlamento. L’applicazione della misura comporta condotte riparatorie volte all’eliminazione delle conseguenze del reato e, dove possibile, misure risarcitorie. L’imputato è affidato al servizio sociale per lo svolgimento di un programma di trattamento che può prevedere anche lo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità e attività di volontariato. L’emendamento quindi prevederà – ha continuato Ermini – “o il ritorno della distinzioni tra droghe leggere e droghe pesanti, stabilendo per le prime una pena massima di 3 o 4 anni e di 5 o 6 anni per le seconde”, oppure “si potrebbe ridurre la pena massima del reato di spaccio da cinque a quattro anni. Sarà poi il giudice a valutare caso per caso se concedere la messa alla prova”. Infine, per quanto riguarda il Garante dei detenuti, istituito con il decreto, “si potrebbero stanziare delle risorse economiche (ora il decreto non le prevede, ndr), ma ci stiamo lavorando. Sarà comunque la commissione Bilancio a decidere su questo”.

I Cinque Stelle: “Saranno liberati assassini e mafiosi. Cuffaro fuori quest’anno”
Di certo però la maggioranza incontrerà diversi ostacoli. “E’ un indulto mascherato. Una norma che libererà assassini, mafiosi ed autori di reati sessuali”, attacca Andrea Colletti (Movimento Cinque Stelle). “La liberazione anticipata speciale, con uno sconto che passa da 45 a 75 giorni per semestre – aggiunge – prevede una retroattività fin dal 2010: significa dare uno sconto di pena di 280 giorni a chi è già stato condannato”. “E’ praticamente un indulto – prosegue il deputato M5s – Ed a poco servono le spiegazioni del ministro secondo cui non lo è perché sarà il giudice di sorveglianza ad applicare la norma. I magistrati di sorveglianza applicano con regolarità gli sconti, a meno che non vi siano cause gravi come risse o pericolosità del detenuto. Si tratta di un vergognoso scaricabarile della Cancellieri sui magistrati. Secondo un semplice calcolo, Totò Cuffaro, l’ex governatore della Sicilia ora in carcere, uscirebbe nel 2014…”.

Braccialetto elettronico, Colletti (M5S): “Evidente conflitto di interessi del ministro”
Poi c’è la questione del braccialetto elettronico: “La Cancellieri – dice – ci riprova. Da ministro dell’Interno in 5 giorni riuscì a rinnovare la convenzione in scadenza con Telecom. E sappiamo dove lavorava il figlio. Ora, da ministro della Giustizia, intende allargare l’uso del braccialetto: uno spreco di milioni, c’è un evidente conflitto di interessi“. “Nel dicembre 2011 da ministro degli Interni in soli 5 giorni riuscì a rinnovare la convenzione in scadenza con Telecom Italia – spiega Colletti – E sappiamo dove lavorava il figlio. Ora, da ministro della Giustizia, intende allargare l’uso del braccialetto convenzionato Telecom ad altri reati. E’ uno spreco di milioni di euro dello Stato”. “La Cancellieri non sa che il piano carceri ha prodotto zero posti – incalza la collega Francesca Businarolo in un tweet – ministro: si guardi il sito ‘piano carceri.it'”. Poi aggiunge: la responsabile della Giustizia “non parla con Alfano: non è forse in consiglio dei ministri con lei?”.

Molteni (Lega Nord): “Contro il decreto sarà un Vietnam”
Sulle barricate anche la Lega Nord: “Il Governo e il Pd di Renzi si apprestano a votare nel silenzio generale un nuovo indulto – afferma Nicola Molteni – e metteranno in libertà migliaia di delinquenti. La Lega renderà la conversione del decreto in legge una guerriglia. Faremo di tutto in Parlamento e nelle piazze per affondare un decreto scandaloso. La maggioranza si prepari, sarà il Vietnam”. “Fingono di litigare sulla legge elettorale e sulle unioni civili – aggiunge – per distogliere l’attenzione dei cittadini dal quarto indulto o dal quarto svuota carceri che il Governo e il Pd di Renzi si apprestano a votare nel silenzio generale. Metteranno in libertà migliaia di delinquenti, alla faccia della sicurezza dei cittadini e del lavoro delle forze dell’ordine”. 

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