Il sindaco Pdl Alfredo Celeste è indagato per corruzione aggravata con metodo mafioso e come tale è iscritto nel provvedimento della Direzione Distrettuale Antimafia: nasce da qui la richiesta di sorveglianza speciale per tre anni avanzata dal pubblico ministero Alessandra Dolci. Lo ha spiegato oggi lo stesso pm antimafia davanti alla corte della sezione misure di prevenzione di Milano, che ha accolto le richieste della difesa fissando il verdetto al 27 novembre. In tale data si saprà se il sindaco di Sedriano (Milano) attualmente in carica nonostante una richiesta di scioglimento del comune milanese per mafia presentata dal Prefetto al Ministro dell’Interno Angelino Alfanoe un possibile rinvio a giudizio entro fine mese, sarà sottoposto a restrizioni. Previsti, per Celeste, limiti d’orario d’entrata e d’uscita dalla propria abitazione, oltre che il divieto di frequentare pregiudicati.

Per la procura di Milano la pericolosità sociale di Celeste è appurata da fatti conclamati. In primis, la vicinanza di Celeste a Eugenio Costantino, imprenditore dell’oro ritenuto dai Pm trait d’union fra la ‘ndrangheta e la politica amministrativa lombarda, e Silvio Marco Scalambra, medico del pavese e presunto collettore di voti delle cosche. Rispettivamente padre e marito di due consigliere comunali di maggioranza in carica, nell’ottobre 2012 i due uomini finiscono in carcere assieme all’ex assessore regionale Domenico Zambetti. Negli stessi giorni per il sindaco, professione insegnante di religione, scattano i domiciliari e l’accusa di corruzione a causa di presunte promesse e favori elargite a Costantino. Dopo tre mesi per decorrenza dei termini di custodia cautelare Celeste torna a sedere in municipio.

Oggi, al sesto piano del tribunale, i legali del sindaco ribadiscono l’innocenza del proprio assistito: “Sedriano non rientra nelle cittadine storicamente infiltrate dalla ‘ndrangheta, come invece Buccinasco, Trezzano sul Naviglio o Cologno Monzese: mi stupisce che il Prefetto non abbia insediato anche in questi comuni una commissione d’indagine”, dichiarano in aula i difensori di Celeste. Secondo Giorgio Bonamassa, avvocato di fiducia dell’Amministrazione Comunale, la richiesta del pm Alessandra Dolci si baserebbe su un errore riguardante la formulazione del capo d’imputazione: nel provvedimento d’iscrizione al reato mafioso il nome di Celeste compare a grandi lettere, ma nel procedimento penale esercitato nei suoi confronti l’aggravante sparisce e per lui l’accusa è di corruzione semplice.

Per la procura, invece, nessun errore, ma solo fatti: l’attuale sindaco di Sedriano, arrestato nell’ottobre 2012 e costretto agli arresti domiciliari per tre mesi, è “l’immagine del politico lombardo piegato alle logiche e agli interessi di soggetti malavitosi“. Per la richiesta d’applicazione di sorveglianza speciale della durata di tre anni il pm Dolci si attiene esclusivamente al provvedimento d’iscrizione della Dda, e la procura sottolinea la piena consapevolezza e responsabilità di Celeste nell’agire in stretto contatto con Costantino e Scalambra. A completare il quadro la relazione della commissione d’accesso inviata nella seconda settimana di luglio al ministro Alfano: sia il pm Dolci che la difesa presieduta da Bonamassa hanno chiesto alla corte la presa in visione di tale documento. La fase istruttoria sta per concludersi, e il termine ultimo per l’eventuale scioglimento del Comune per mafia è previsto entro il 27 novembre. In tal caso Sedriano sarebbe il primo in tutta la Lombardia.

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