Mentre il Monte dei Paschi cerca di guardare al futuro dopo aver incassato i Monti bond e mosso un’azione di responsabilità contro gli ex vertici travolti dalle inchieste giudiziarie, i senesi fanno i conti con il rischio crac del Comune. E del Pd.

È infatti attesa per il 4 marzo la decisione della Corte dei conti sulla relazione del commissario Enrico Laudanna che dall’estate scorsa ha preso le redini dell’amministrazione comunale dopo la mancata approvazione del bilancio consuntivo. Bilancio che oggi si presenterebbe in rosso per circa 16 milioni e zavorrato da una montagna di debiti (circa 300 milioni) nonostante i 230 milioni versati dal 2001 al 2011 nelle casse comunali dalla Fondazione Mps. Una situazione disastrosa che potrebbe convincere la Corte a chiedere il dissesto formale del Comune di Siena, che verrebbe così ricommissariato per altri due anni facendo saltare le elezioni fissate a maggio.

Ai conti che non tornano si aggiunge lo smarrimento della sinistra senese. Il partito di Pier Luigi Bersani non solo ha perso consensi, ma anche il suo candidato alle comunali visto il ritiro dalla corsa dell’ex sindaco Franco Ceccuzzi, già vincitore delle primarie locali, indagato dalla procura di Salerno per il fallimento del Pastificio Amato insieme all’ex presidente del Monte Giuseppe Mussari e all’ex direttore generale Marco Morelli. Dopo la rinuncia di Ceccuzzi, nel dibattito è entrato a gamba tesa il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, che avrebbe proposto a Bersani la candidatura a sindaco dell’assessore regionale ai trasporti ed ex primo cittadino di Chiusi, Luca Ceccobao. Una soluzione che troverebbe ampia sponda anche nelle stanze della segreteria regionale del partito. Ma che, se accolta, per il Pd senese rischia di suonare di fatto come un commissariamento a tutti gli effetti. Qualche giorno fa, infatti, il segretario dell’Unione Comunale Giulio Carli e quello provinciale Niccolò Guicciardini avevano parlato di nuove primarie precisando che “lo stabilisce lo statuto del Pd”.

Ma quelle di Ceccobao sindaco o di nuove primarie non sono le uniche ipotesi al centro del dibattito. Ambienti vicine alle liste civiche senesi starebbero infatti ragionando sulla figura di sindaco di garanzia per tutti, un professionista cui affidare una sorta di governo di transizione finché non verrà ritrovata la quadra sia sui conti sia sul confronto interno al centrosinistra. Altre ipotesi sono quella di candidare Laura Vigni di Sinistra per Siena allargando dunque la scelta all’intera coalizione. Oppure Fabrizio Vigni (presidente della società Siena Ambiente che gestisce lo smaltimento dei rifiuti della provincia) o la docente universitaria Gabriella Piccinni entrambi sponsorizzati da Alessandro Starnini, ex presidente della Provincia di Siena in quota Pd. Nel frattempo il partito si trova anche con un’altra grana da gestire: il primo marzo in Procura sarebbe stato presentato un esposto relativo ad alcune spese dell’amministrazione provinciale e in particolare quelle riferite agli incarichi affidati all’agenzia di comunicazione di riferimento del Pd.

Intanto, ai piani alti di Rocca Salimbeni, il cda del Monte il 28 febbraio ha deciso di avviare azioni di responsabilità e risarcitorie nei confronti di Mussari, dell’ex direttore generale Antonio Vigni e delle due banche, Nomura e Deutsche Bank, con cui aveva intrapreso rispettivamente le operazioni strutturate Alexandria e Santorini. La quantificazione del risarcimento è ancora da definire, ma il calcolo potrebbe essere fatto sulla base dei flussi di interesse pagati e ricevuti. In occasione dell’assemblea del 25 gennaio, anche la Fondazione Mps si era detta “determinata” a eventuali azioni di responsabilità se ci fossero stati gli elementi utili a giustificarla. Elementi sempre più concreti.

da Il Fatto Quotidiano del 2 marzo 2013

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