Fioritura di tasso barbassoOra vi racconto un’esperienza personale, ma solo perché ritengo abbia una valenza di carattere generale.

Avevo voglia di arrampicare. Sono andato a cercare una palestra storica sulle Alpi Cozie Centrali, una delle zone più dimenticate, più povere di tutte le Alpi. Era una palestra già a suo tempo descritta da Gian Carlo Grassi, uno dei più grandi alpinisti dello scorso secolo.

Arrivo alla frazione da cui comincerebbe il sentiero. “Comincerebbe” perché il sentiero non è segnalato, né segnato. Proprio nulla, non c’è una bacheca, non c’è un segnavia, non c’è neppure un ometto. Ravaniamo per due ore seguendo le indicazioni della guida, per non riuscire a trovare assolutamente nulla, se non delle magnifiche fioriture di tassi barbassi. Alla fine, delusi, incazzati, bestemmianti, torniamo all’auto.

In compenso, all’auto c’è una bacheca con l’indicazione dei sentieri dei partigiani nella zona.

Ora, l’arrampicata è uno degli sport più praticati (e più salutari) dai giovani, oggidì. Spesso, e giustamente, ci si lamenta della scarsità del turismo nelle Alpi Occidentali, ma le amministrazioni locali fanno qualcosa per attirarli questi benedetti turisti?

Voi realisticamente pensate che un sentiero dei partigiani attiri di più di un sentiero ben segnalato e pubblicizzato che porta all’attacco di una falesia? La risposta è, direbbero i latini, in re ipsa. E comunque perché di bacheche non realizzarne due, una per i sentieri dei partigiani ed una per la falesia?

Ma torniamo alla vana ricerca del sentiero. Il sentiero non l’abbiamo trovato, ma in compenso abbiamo trovato un sacco di strade bianche, anzi, dette, “piste agrosilvopastorali”. E dove portano queste strade bianche? Spesso e “volentieri” a gruppi di case desolatamente abbandonate. Lo erano decine di anni fa e lo sono ancora oggi, che sono raggiunte da strade, che spesso, tra l’altro, hanno spazzato via i sentieri originali. Viene da pensare che l’unico soggetto che ci ha guadagnato sia stata l’impresa che la strada ha realizzato.

C’è addirittura una strada che si chiama “sentiero quota 1000”. Largo quattro metri circa e percorribile tranquillamente dai quad. “Sentiero quota 1000”: sembra che neanche più si conosca il significato delle parole… In compenso, in zona passa un vero sentiero, denominato Gta, ossia “Grande Traversata delle Alpi”, un magnifico percorso su molti sentieri storici (non inventati di sana pianta come il sentiero quota 1000), che sta morendo per mancanza di finanziamenti.

Il discorso che sto facendo per questa zona di montagna è paradigmatico dello stato di salute di buona parte delle Alpi Occidentali. Ben diverso il discorso se si guarda ad oriente, precipuamente alle Dolomiti, in cui la cultura e l’offerta turistica sono decisamente diverse e si rivolgono a tutte le età. Questione non solo di risorse economiche, ma anche di quella cultura che ad occidente cronicamente latita.

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