Abusivismo e speculazione edilizia: due delle piaghe italiane più difficili da estirpare. Basti pensare che ogni giorno in Italia vengono cementificati 130 ettari di terreno fertile. La migliore espressione di questo triste fenomeno sono tutti quei capannoni, spesso sfitti, che hanno invaso le pianure e le colline del nord; o le file di villette o alberghi che deturpano le coste del sud (e non solo).

A questo proposito sabato 29 ottobre partirà a Cassinetta di Lugagnano (MI), primo Comune a crescita zero d’Italia, la campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”. Nata su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento Stop al Consumo di Territorio, questa nobile iniziativa vede fra i suoi aderenti organizzazioni nazionali quali Legambiente, LIPU, Pro Natura, Eddyburg, Movimento per la Decrescita Felice, Altreconomia, Associazione Comuni Virtuosi e molte altre, ma anche più di 400 gruppi e comitati locali.

Le prime adesioni individuali hanno già superato le 4mila unità, con urbanisti, docenti universitari, sindaci, architetti, giornalisti e produttori agricoli pronti a fare fronte comune contro una delle peggiori piaghe del nostro Paese: il consumo di territorio generato da speculazione ed abusivismo.

“Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori – spiegano gli organizzatori – nasce con l’intento di sviluppare il percorso tratteggiato negli ultimi tre anni dal Movimento Stop al Consumo di Territorio e avviare: una diffusa campagna di informazione e sensibilizzazione tesa alla difesa dei suoli liberi e fertili dall’avanzare incessante di cemento e asfalto; la stesura di una Proposta di Legge d’iniziativa popolare scritta collettivamente da tutti gli aderenti al nascente Forum nazionale, da sottoporre alla necessaria raccolta firme (ne occorreranno 50.000) e, quindi, da suggerire alle commissioni parlamentari per una discussione analitica”.

L’obiettivo è e rimane quello di arrestare il consumo di suolo, prevedendo che le nuove occupazioni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali siano consentite “esclusivamente qualora non sussistano alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti”.

Per adesioni e maggiori informazioni, visitate il sito www.salviamoilpaesaggio.it

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