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Marina di Carrara, la denuncia del comitato Arca: abbattono una pineta senza averne calcolato le conseguenze

L'associazione contro il progetto di "riqualificazione" dell'area sportiva "La Caravella", finanziato con fondi Pnrr: "Continuare a tagliare alberi maturi per piantare virgulti è come bruciare enciclopedie per stampare opuscoli"
Marina di Carrara, la denuncia del comitato Arca: abbattono una pineta senza averne calcolato le conseguenze
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Di ARCA – Assieme per la Rigenerazione e la Cura dell’Ambiente (è un comitato di cittadini, affiliato all’organismo nazionale ONDA, Organismo Nazionale Difesa Alberi)

Quando abbiamo iniziato ad analizzare il progetto di “riqualificazione” dell’area sportiva “La Caravella” a Marina di Carrara, finanziato con fondi PNRR, pensavamo di trovarci di fronte a un caso isolato di miopia amministrativa. Oggi scopriamo con amarezza di aver descritto inconsapevolmente un modello nazionale che usa i fondi europei per la transizione ecologica come bancomat per motoseghe istituzionali. Si distruggono gli ecosistemi urbani esistenti, veri pilastri della regolazione climatica urbana, per sostituirli (neppure sempre) con piantine che, come dicono gli agronomi, cominceranno a dare benefici (forse: se attecchiranno) tra 30 anni. Intanto le città si surriscaldano, l’aria peggiora, e la cementificazione avanza, con buona pace dell’ombra, dell’aria pulita e della resilienza climatica.

Il progetto di “riqualificazione” dell’area sportiva a Marina di Carrara somma tutte le criticità.

• Abbattimento di una pineta urbana senza perizie strumentali, basandosi solo su generiche considerazioni di “senescenza”;

• Sostituzione in blocco (non graduale) degli alberi, in violazione delle linee guida ISPRA e regionali;

• Nuove costruzioni su aree verdi, con un trucco contabile: si rimuove cemento in disuso e si costruisce su suolo naturale, vantando una “riduzione” delle superfici impermeabili;

• Nessun bilancio ecosistemico che quantifichi le perdite ambientali.

I numeri che nessuno calcola:

Ogni pino adulto abbattuto (es. diametro 70 cm, altezza 16 m) comporta (Baraldi, Cinelli, Amato, Ecologia urbana 1/2020):

✔ Perdita di 2.236 kg di CO₂ già accumulata nel legno;

✔ 101 kg di CO₂ in meno sequestrati ogni anno;

✔ -73,6 kg di ossigeno annui (2 alberi producono metà del fabbisogno di un adulto);

✔ -492 g di ozono, 176 g di NO₂, 36 g di SO₂ e 21 g di PM2,5 rimossi annualmente;

✔ -0,9 m³ di acqua in meno regolata (avoided runoff).

✔ danno economico: 54€/anno per albero in servizi persi (stima conservativa) e circa 8-10.000€ come valore complessivo, ornamentale e di sostituzione.

Alla nostra denuncia non è seguita alcuna reazione.

Ma la Caravella riassume il greenwashing nazionale: distruzione del verde esistente invocando “riqualificazione”; valutazioni opache senza perizie serie; violazione palese del principio DNSH (Do No Significant Harm); disconoscimento della Convenzione di Aarhus sul coinvolgimento civico.

Chiediamo:

1. Sospensione degli abbattimenti

2. Perizie indipendenti con prove strumentali

3. Piano di sostituzione graduale solo per alberi irrecuperabili

4. Accesso totale alla documentazione

5. Verifica della Corte dei Conti.

Il verde urbano non è decorazione: è infrastruttura vitale, necessaria alla salute, al clima, alla qualità della vita; è una questione di giustizia intergenerazionale. Continuare a tagliare alberi maturi per piantare virgulti è come bruciare enciclopedie per stampare opuscoli.

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