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“Estorsione a imprenditori toscani con metodo mafioso”: chiesto l’arresto in carcere per figlia e genero di Totò Riina

I fatti contestati risalgono ad agosto 2024. Il tribunale del Riesame ha disposto la misura cautelare in carcere per entrambi che però non è esecutiva
“Estorsione a imprenditori toscani con metodo mafioso”: chiesto l’arresto in carcere per figlia e genero di Totò Riina
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Insieme al marito avrebbe inviato a due imprenditori toscanipressanti e minacciose richieste di denaro che hanno sortito l’effetto voluto tanto da costringere uno dei due” a consegnare “anche una somma di denaro”. Per questa ragione Maria Concetta Riina e Antonino Ciavarello – figlia e genero del defunto capo di Cosa Nostra Totò Riina – sono indagati in concorso per estorsione aggravata dal metodo mafioso e di tentata estorsione aggravata. Il tribunale del Riesame ha disposto la misura cautelare in carcere per entrambi che però non è esecutiva.

I fatti contestati risalgono ad agosto 2024 e, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Ros diretti dalla Dda di Firenze, Ciavarello in quel periodo – nonostante fosse rinchiuso in un penitenziario – riusciva a inviare con un cellulare messaggi alla moglie e ai due imprenditori. Maria Concetta è la maggiore dei quattro figli del boss corleonese.

La procura di Firenze aveva chiesto la misura, rigettata però dal gip. Ora il Riesame, con un’ordinanza depositata il 25 giugno, ha accolto l’appello della procura ritenendo fondato il pericolo di inquinamento probatorio e il pericolo di reiterazione del reato e sussistenti i gravi indizi di colpevolezza dei reati contestati agli indagati e dell’aggravante del metodo mafioso, ma la misura non è esecutiva in attesa del pronunciamento della Cassazione.

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