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Ultimo aggiornamento: 9:25 del 19 Giugno

“Premierato? Nemmeno il presidente Usa ha poteri per l’intero mandato”: l’ex presidente della Consulta De Siervo boccia la legge di Meloni

Il giurista Ugo De Siervo ascoltato dal Parlamento: "Legge elettorale? Per fare una riforma innovativa rischiamo di farne una mostruosa"
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Dopo le bocciature arrivate ieri dai giuristi auditi a Montecitorio sul premierato, oggi è stata la volta di Daria De Pretis e Ugo De Siervo, giudici emeriti della Corte Costituzionale. E le cose, per la ministra Casellati, non sono andate meglio. I due costituzionalisti hanno elencato tutte le criticità del progetto di riforma costituzionale. In particolare sui poteri che verrebbero affidati al premier. “Lo stesso presidente degli Stati Uniti d’America non ha i poteri per l’intero mandato – fa notare De Siervo, che della Corte è stato presidente – perché il Parlamento deve essere rinnovato parzialmente (con le elezioni di midterm, ndr), qui invece – con il premierato – il cittadino che divenga scontento deve aspettare 5 anni. Questo fa diminuire gli istituti di democrazia elettorale”.

Poi la legge elettorale da inserire in Costituzione. “Inopportuno” secondo De Pretis perché, tra le tante criticità, si sottrae la possibilità di un pronunciamento popolare attraverso la possibilità di chiedere il referendum”. “Noi rischiamo nella fretta di voler fare una legge innovativa di fare una legge mostruosa” aggiunge De Siervo elencando altre criticità tra cui il peso del voto degli italiani all’estero che sarebbe equiparato al voto di un italiano residente in Italia per il voto del premier, ma di diverso peso per quanto riguarda le elezioni per l’elezione del Parlamento.

Entrambi condividono il fatto che la riforma limiti i poteri del presidente della Repubblica. Elemento sempre negato da parte del governo Meloni. E De Siervo, esprimendosi su premierato e legge elettorale, conclude così: “C’è il rischio di una riduzione dei processi democratici, ad una contrazione delle scelte che possono fare i cittadini. Attenzione: non c’è in gioco solo la forma di governo ma il processo democratico”.

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