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Unicredit ricorre al Tar sul Golden Power. Savona attaccato da Fdi: “Se non gradito lascio Consob”

La banca: "Linea d'azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power". Il presidente della Commissione: "Scelta collegiale a tutela de mercato. Applicato la legge"
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Sale ancora di livello lo scontro sul caso Unicredit-Bpm. L’ultima puntata dell’operazione finanziaria più sgradita al governo Meloni registra uno doppio scontro istituzionale. Il primo tra il partito di maggioranza e la Consob, rea di imprudenza per aver preso una decisione che potrebbe mettere in cattiva luce l’esecutivo. Il secondo tra il governo e la seconda banca del Paese che, davanti al muro di gomma della politica, si rivolge a tribunali e Commissione Ue per avere il chiarimento che chiede senza successo da un mese a Palazzo Chigi e con lui anche una valutazione indipendente sul provvedimento governativo, il Golden Power, che l’ha bastonata a cavallo di Pasqua.

“La Consob ha applicato la legge. Nel provvedimento ci sono una serie di ‘visto’ ed un ‘considerato’. Ebbene la considerazione è che a un certo punto in una situazione di incertezza il mercato non è in grado di decidere e quindi diamo il tempo per chiarire”. Il presidente della Consob Paolo Savona, intercettato al Festival dell’Economia di Trento, ha così tirato dritto sulla decisione presa dalla Vigilanza dei mercati di prorogare l’offerta di Unicredit su Bpm, accogliendo le istanze della banca di Andrea Orcel che si trova nella morsa delle imposizioni ricevute dal governo in cambio del via libera all’acquisizione della banca vicina alla Lega.

“Nostro compito – ha spiegato Savona rispondendo alle critiche arrivate anche dalla Bpm – è proteggere i risparmiatori e la trasparenza, per fare prendere a loro le scelte giuste e razionali. Con l’incertezza c’è bisogno di più tempo”. Quanto ai dubbi avanzati sulla correttezza della scelta, il presidente dell’Authority ricorda che “la Consob è un organo collegiale che lavora con gli uffici, quello legale, degli emittenti, della trasparenza del mercato, e quindi il risultato è la somma di tutte queste riflessioni”.

L’economista 88enne taglia corto anche con la politica e, in particolare, con il consigliere economico di Fdi Marco Osnato che, in sostanza, lo ha accusato di imprudenza per il fatto di aver accolto un’istanza di Unicredit “che potrebbe far apparire erronee le valutazioni fatte da Palazzo Chigi”, come ha detto il presidente della commissione Finanza della Camera giovedì sera. “Io sono sempre pronto ad andarmene. Io vado via quando, ad un certo punto, non sono più gradito e questo in tutte le istituzioni – ha replicato Savona – Finché sono gradito resto sennò vado via. Ho una età tale che la saggezza incombe e significa che quando uno è saggio se ne deve andare in queste condizioni”.

Dal canto suo Unicredit sottolinea che la sospensione chiesta e ottenuta da Consob “è finalizzata a lasciare il tempo necessario per fornire agli investitori di UniCredit e di BPM informazioni chiare e adeguate, che consentano loro di valutare con cognizione di causa l’Offerta, tenendo conto dell’esercizio del “golden power” e delle relative prescrizioni di cui al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 18 aprile”. La banca in una nota ha fatto sapere che “rimarrà impegnata nelle discussioni con gli organi governativi competenti per ottenere un riscontro conclusivo sulla portata e sull’interpretazione delle prescrizioni e, ove possibile, per trovare un percorso reciprocamente condiviso che soddisfi tutti i requisiti legali e normativi applicabili”.

Poi però Unicredit annuncia che farà “ricorso al Tar del Lazio e supporterà l’UE nel suo esame della situazione”, allo scopo di “sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità del “golden power” così come applicato in questo caso ai sensi del diritto italiano e dell’UE”. Indipendentemente dall’esito del ricorso, fanno sapere dall’istituto di Andrea Orcel, il ricorso “è una linea d’azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power al caso specifico”.

Per quanto riguarda l’offerta di acquisto pe Bpm, Orcel conferma l’analisi abbozzata in occasione della presentazione degli ultimi conti trimestrali. Secondo le time e le analisi interne di Unicredit, l’acquisto di Anima da parte di Bpm è stato realizzato “a condizioni considerevolmente meno favorevoli di quanto precedentemente ipotizzato” e ha comportato una “riduzione sostanziale del capitale equivalente CET1 (indicatore della solidità di una banca, ndr) di BPM di circa 1,7 miliardi di euro“. Questo “depauperamento“, si legge ancora nella nota, “riduce il rendimento dell’investimento per BPM, dal livello inizialmente previsto superiore al 50% a circa l’11%, con il rischio di ulteriore riduzione”.

Di conseguenza, secondo Unicredit il prezzo messo sul piatto per Bpm senza Anima è ancora più generoso del previsto, “dato che Anima è stata successivamente eseguita a condizioni sostanzialmente peggiori di quelle inizialmente annunciate, distruggendo valore. Senza contare gli altri fattori che hanno influito positivamente sul premio calcolato sul prezzo undisturbed”. Tuttavia, per rispondere a una delle domande che Bpm fa insistentemente da settimane, l’offerta benché meno lucrativa, “soddisfa ancora i parametri finanziari di UniCredit“. In altre parole, Unicredit, con tanto di delibera del cda, rinuncia formalmente alla clausole dell’offerta che le avrebbe permesso di ritirarsi se si fossero verificate alcune condizioni riguardanti Anima che si sono in effetti verificate.

Tuttavia c’è ancora da verificare l’effettiva portata del del Golden Power a sua volta oggetto di una clausola di potenziale rinuncia. Che “rimane soggetta all’esito delle verifiche in corso in relazione al procedimento “golden power” (incluse tutte le iniziative e le azioni in corso o imminenti) e all’esame antitrust, restando confermato che tutte le condizioni relative a tali autorizzazioni, nonché tutte le condizioni diverse da quelle specificamente rinunciate, rimarranno in essere ai sensi dei termini dell’Offerta”. Pertanto UniCredit “non è ancora in grado di prendere alcuna decisione definitiva in merito al completamento dell’operazione”. Che in base alla proroga concessa dalla Consob si concluderà a fine luglio.

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