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Il responsabile economico di Fdi striglia la Consob per aver dato più tempo a Unicredit su Bpm

Osnato: "Un presidente avrebbe potuto valutare in modo più prudente una richiesta che potrebbe far apparire erronee le valutazioni fatte da Palazzo Chigi"
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Reazioni scomposte dalle controparti di Unicredit, la politica e il Banco Bpm, davanti alla decisione della Consob di accogliere la richiesta della banca di Andrea Orcel di sospendere per 30 giorni l’offerta – in corso – sull’istituto milanese caro alla Lega. “Sono molto sorpreso dalla decisione della Consob, sebbene presa a maggioranza come si può capire dai boatos che vengono dal palazzo dell’authority. Lo dico perché evidentemente un presidente, una persona così esperta, avrebbe potuto valutare in modo più prudente una richiesta che potrebbe far apparire erronee le valutazioni fatte da Palazzo Chigi“, ha detto nella serata di giovedì 22 maggio Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanza della Camera con un’esplicita invasione nel campo dell’Authority che vigila sui mercati finanziari e che per definizione sarebbe indipendente.

“Per quanto riguarda la riapertura del golden power penso che il governo abbia riflettuto a fondo e abbia fatto le sue valutazione di alto livello sulle prescrizioni e credo che a circostanze immutate anche le prescrizioni difficilmente possano essere mutate”, ha poi aggiunto Osnato, ribadendo il concetto che va ripetendo da settimane a proposito delle imposizioni che Palazzo Chigi ha posto a Unicredit come condizione per il via libera all’acquisizione del Banco. Condizioni che però lasciano un po’ a desiderare in tema di libertà d’impresa e sulla tutela del risparmio, come il vincolo quinquennale sugli investimenti di Anima, la società di gestione del risparmio che la Bpm ha appena rilevato. Non a caso anche Bruxelles ha acceso un faro sul dossier chiedendo a Roma di vederci più chiaro.

Sulla stessa scia dell’esponente della maggioranza il Banco Bpm, che ovviamente era già allineato a Palazzo Chigi sulle prescrizioni ai sensi del Golden Power e che morde il freno, nonostante abbia appena portato a casa l’acquisizione di Anima e da mesi parli di un piano di crescita in solitaria. “Ad avviso della Banca si tratta di un provvedimento abnorme e in contrasto con la prassi dell’Autorità medesima che non tiene alcun conto degli interessi della Banca, del mercato e degli azionisti del Banco. Conseguentemente, la Banca adotterà ogni opportuna iniziativa presso le sedi competenti”, ha fatto sapere in mattinata l’istituto con una nota decisamente sopra le righe nella quale l’istituto di Castagna ha confermato la forte irritazione fatta trapelare la sera prima e si è spinto addirittura a spiegare le regole del gioco alla vigilanza.

Bpm ha in dettaglio sottolineato che in base a quanto appreso “dalla delibera Consob la sospensione sarebbe da ricollegarsi alle iniziative intraprese da Unicredit nei confronti della Presidenza del Consiglio dei ministri in merito alle prescrizioni imposte col Decreto (Golden Power), tra l’altro, mediante l’Istanza di Autotutela e la richiesta di verifica dell’impossibilità di adempiere alle prescrizioni del Decreto (Golden Power) rivolta all’Amministrazione competente per il monitoraggio, nonché alla conseguente incertezza, allo stato, in ordine agli esiti di tali iniziative”. L’accoglimento delle istanze di Unicredit, secondo il Banco, “è di particolare gravità in quanto: ai sensi di legge, essa deve essere disposta solo in caso di ‘fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull’offerta’, mentre l’eventualità che il Decreto Golden Power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall’offerente sin dall’annuncio dell’Ops, tant’è che costituiva una delle condizioni di efficacia della stessa. Inoltre, non si ritiene possano costituire un fatto nuovo – tale da legittimare una sospensione dell’Ops – le iniziative, peraltro mai comunicate finora al mercato, che unilateralmente UniCredit ha ritenuto di avviare nei confronti della Presidenza del Consiglio”. In secondo luogo, sostiene ancora Bpm, “dalla Delibera Consob si apprende che Unicredit ha comunicato all’Amministrazione competente per il monitoraggio l’impossibilità di adempiere alle prescrizioni del Decreto Golden Power; tale circostanza – anch’essa mai resa nota da UniCredit al mercato – dovrebbe di per sé determinare la decadenza dell’Ops“. Da ultimo “la durata complessiva dell’Ops già risultava – considerato peraltro che il periodo di adesione era stato fissato nel massimo possibile previsto dalla legge – significativamente più lunga rispetto a operazioni comparabili e l’estensione di 30 giorni aggrava ulteriormente la limitazione operativa e strategica in cui si trova la Banca per effetto della passivity rule sin dal mese di novembre, a danno di tutti i propri stakeholder”.

In altre parole Castagna, il vigilato, accusa il vigilante, la Consob, di danneggiare il mercato invece di tutelarlo e ricorrerà al Tar contro la decisione della Commissione. Mentre Osnato, che rappresenta la linea economica del partito del presidente del Consiglio, arriva ad affermare che il presidente della Consob, Paolo Savona, è stato poco prudente. Forse avrebbe dovuto tenere in maggior considerazione gli effetti delle sue valutazioni sull’immagine di Palazzo Chigi, piuttosto che sul mercato.

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