Le tre (brevissime) chiamate di Andrea Sempio a casa Poggi. “Cercavo il fratello di Chiara”. Che era in Trentino

Perché Andrea Sempio chiamò per tre volte in due giorni casa Poggi nonostante il suo amico Marco, il fratello di Chiara, fosse in montagna con la famiglia, in vacanza, da almeno due giorni? E’ una delle domande che potrebbero diventare centrali nei tre interrogatori in simultanea in programma domani, martedì, allo stesso Sempio, a Marco Poggi e ad Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio della ex fidanzata. Sulle tre telefonate “anomale” le diverse parti hanno già “combattuto” in passato. Ora però possono diventare ancora uno snodo della nuova inchiesta coordinata dalla Procura di Pavia sul delitto del 13 agosto del 2007.
I contatti telefonici tra le utenze in uso a Sempio e quella di casa Sempio vengono registrate, più esattamente, alle 17.42 e alle 17.50 del 7 agosto e alle 16.54 del giorno dopo. La famiglia Poggi era partita per il Trentino il 5 agosto: l’unica a essere rimasta a casa, a Garlasco, è Chiara. La prima telefonata dura due secondi, la seconda 8, la terza 21 secondi. Chiamate brevi se non brevissime, il cui significato può essere ipotizzato nei modi più diversi. E’ impossibile che gli interlocutori abbiano avuto conversazioni “complesse”, ma il fatto che quelle comunicazioni siano così fugaci, quegli scambi rapidissimi, può significare sia che siano state molto semplici sia che siano state precipitose o addirittura sbrigative.
E’ un passaggio su cui gli investigatori si erano già soffermati nelle inchieste precedenti finite tutte con un’archiviazione. La difesa di Sempio, anche sulla base di una perizia, aveva spiegato la circostanza dicendo che la prima telefonata, la più breve, era un “probabile errore”, la seconda – 8 minuti dopo – aveva probabilmente fatto scattare “l’impianto di allarme”, mentre nella terza (la più lunga) stava cercando Marco Poggi, non sapendo o dimenticando che fosse già partito per il Trentino, nonostante i due amici fossero stati insieme fino al giorno prima. La prova di quest’ultima considerazione starebbe in un’altra telefonata – ore 1,05 del 4 agosto – che secondo gli investigatori – era l’abituale chiamata di Marco Poggi a casa per avvertire che stava tornando. Il ragionamento degli investigatori, insomma, è: come poteva Sempio non sapere che l’amico Marco sarebbe partito di lì a poche ore?
A questo si aggiunge che a verbale nelle varie indagini Sempio ha raccontato che in quei giorni di agosto aveva provato a chiamare più volte Poggi sul cellulare, ma non c’era riuscito perché il telefonino di quest’ultimo non prendeva (da qui i tentativi a casa). A petto di questa testimonianza, però, c’è il fatto che i registri telefonici presentano chiamate in entrata e in uscita sui cellulari dei coniugi Poggi. Nessun messaggio di avviso è mai arrivato dall’operatore telefonico perché irraggiungibile (modalità molto frequente all’epoca). Dalle indagini poi archiviate – siamo nel 2020 – non risulta che Poggi – un volta tornato raggiungibile – abbia mai richiamato Sempio né Sempio abbia richiamato Poggi.
Anche questi elementi saranno al centro dell’interrogatorio di domani, martedì, in Procura a Pavia, dove sono convocati Sempio e Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni e in semilibertà, che sarà ascoltato come testimone assistito dai suoi legali e che si è già detto disposto a rispondere. A Venezia, invece, sarà sentito come teste, alla stessa ora, Marco Poggi, che vive a Mestre.