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Semilibertà per Alberto Stasi: fuori dal carcere non solo per lavorare. La procura era contraria

Il parere negativo legato a un'intervista rilasciata alle Iene durante un permesso premio: per la pg avrebbe dovuto essere autorizzata dalla magistratura di sorveglianza
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Potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera a Bollate, uno degli istituti più all’avanguardia in Italia. Nonostante la richiesta contraria della procura generale di Milano, il Tribunale di Sorveglianza ha accolto l’istanza per la semilibertà di Alberto Stasi, 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco. La sostituta pg Valeria Marino, sebbene tutte le relazioni redatte dal personale del carcere siano positive, aveva chiesto di non accogliere la richiesta della misura alternativa alla detenzione – anticamera dell’affidamento in prova ai servizi sociali – e, in subordine, di sospendere il procedimento, e dunque non arrivare subito a decisione. E questo perché riteneva necessario compiere accertamenti su quell’intervista mandata in onda il 30 marzo da Le Iene e che per Glauco Gasperini, avvocato che ha discusso in aula come sostituto dei difensori Giada Bocellari e Antonio De Rensis, è stata registrata lo scorso 22 marzo senza infrangere le prescrizioni imposte dalla legge visto che è stata rilasciata durante un permesso premio. Ma per la Procura l’intervista di Stasi avrebbe dovuto essere autorizzata dalla magistratura di sorveglianza perché si trovava in “permesso premio” per motivi familiari.

L’indagine su Andrea Sempio – Intanto è partito in salita l’incidente probatorio per Andrea Sempio, l’amico del fratello della 26enne uccisa 18 anni fa, che è indagato in una nuova inchiesta, aperta su impulso della difesa di colui che finora è l’unica persona condannata definitivamente per l’omicidio e che si preannuncia non semplice da istruire. Nei prossimi giorni si esprimerà anche la gip pavese Daniela Garlaschelli che due giorni fa avrebbe dovuto conferire l’incarico per gli accertamenti irripetibili al professor Emiliano Giardina, il genetista forense che si occupò del caso di Yara Gambirasio, e che invece è stato ‘ricusato’ dalla Procura in quanto anni fa, intervistato sempre nel programma targato Mediaset, avrebbe espresso un suo parere sui temi per i quali è stato nominato. Avrebbe dovuto effettuare approfondimenti sui profili genetici estrapolati dai margini ungueali di Chiara Poggi, verificarne la loro utilizzabilità alla luce dei progressi tecnici e scientifici ed effettuare nuove analisi su altro materiale conservato, e mai esaminato, nei laboratori del Ris di Parma e dell’istituto di Medicina Legale di Pavia, e invece si è ritrovato in mezzo a un fuoco incrociato.

Perché la linea della pm Valentina De Stefano e dell’aggiunto Stefano Civardi, che hanno per altro sottolineato come il caso possa essere uno di quelli in cui si debba verificare l’imparzialità del perito, è stata sposata anche dall’avvocato Bocellari. Che ha chiesto pure l’esclusione dall’incidente probatorio di Luciano Garofano, l’ex capo del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri e ora consulente di Sempio, poiché ai tempi aveva già lavorato al delitto analizzando i reperti raccolti nella villetta di Garlasco. Questioni di incompatibilità attorno alle quali c’è stata battaglia tra le parti.

Con la difesa del 37enne – per la terza volta accusato di un crimine “mai commesso” e che va ripetendo di essere “tranquillo e di non avere “nulla da temere” – che non arretra sulla presenza dell’ex generale dell’arma come suo consulente, e il legale dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni che va all’attacco della Procura: “Stride constatare – ha detto l’avvocato replicando alle lamentele di pubblici ministeri – come abbia paura del processo mediatico quando poi fa un comunicato su dati oggettivamente scorretti come il dna sotto le unghie, che non esiste. E soprattutto che si appoggi a una richiesta fatta da un collega in un’intervista delle Iene. Credo che abbia la necessità di chiarire il rapporto con questo processo”. A giorni arriverà la decisione della giudice che pare scontata: del caso si occuperà un ennesimo super esperto.

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