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Tavolo Valditara-sindacati, il ministro si impegna sui 500 euro della carta docente. Fumata grigia su precari e ritardi nei pagamenti

Tavolo Valditara-sindacati, il ministro si impegna sui 500 euro della carta docente. Fumata grigia su precari e ritardi nei pagamenti
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La Carta docente anche quest’anno sarà di 500 euro. La buona notizia (e forse anche la più attesa) dai maestri e dai professori arriva dopo il vertice di martedì tra il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e le organizzazioni sindacali. A dire il vero non è l’unica. A essere contenti sono anche i cosiddetti “idonei” dei concorsi 2020, ovvero coloro che hanno fatto la prova ma non sono risultati vincitori: per loro sembra aprirsi uno spiraglio. Il ministro ha detto di aver avviato “una interlocuzione con la Commissione europea per ottenere una maggiore flessibilità nel reclutamento”.

Buone nuove anche sulla questione delle operazioni propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico: c’è la concreta possibilità, per la prima volta, di puntare per il 2025/26 a un completamento entro luglio delle assunzioni in ruolo, considerato che per l’anno prossimo non sono previsti né l’aggiornamento delle Gps né lo svolgimento di concorsi Pnrr, che hanno contribuito quest’anno a determinare un ritardo. Restano invece sul tavolo altri nodi che i sindacati hanno posto a Valditara: l’annosa questione del pagamento delle supplenze brevi, eliminando gli attuali insopportabili ritardi; il raddoppiamento del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa; l’aumento dell’organico di diritto sul sostegno; il precariato del personale Ata.

Dal vertice, insomma, né una fumata nera né una fumata interamente bianca. Sul bonus che permette ai lavoratori della scuola di acquistare libri, andare ai musei, al cinema e ai concerti gratis, fino al giorno prima i sindacati erano convinti che vi sarebbe stata una diminuzione e, invece, il ministro ha spiazzato tutti confermando la cifra – almeno per l’anno 2024/2025 – di cinquecento euro. Nulla di fatto, tuttavia, sulla situazione dei precari. La più insoddisfatta è la segretaria della Flc Cgil Gianna Fracassi: “Sono circa 250mila i precari nella scuola, pari al 25% della dotazione organica complessiva, una situazione inaccettabile con tutto quel che ne consegue per la qualità della relazione didattica e la funzionalità dei servizi. Bisogna assumere subito e senza ulteriori indugi tutti i docenti risultati vincitori o idonei nei concorsi a cattedra del 2020 e del 2023. Perché bandire ulteriori concorsi quando ci sono migliaia di colleghi che hanno già superato prove selettive? Rispetto al lavoro Ata – ha sottolineato la leader sindacale – i diversi profili devono trovare adeguato riconoscimento professionale e salariale coerente con i carichi di lavoro e con il tipo di professionalità, che sono proprie dello specifico scolastico. E’ necessario altresì un piano di assunzioni straordinario che vada oltre il turn over”. Ivana Barbacci, segretaria nazionale della Cisl Scuola ha affrontato il tema del rinnovo contrattuale per il quale ha chiesto un impegno deciso per incrementare le risorse disponibili, al fine di consentire una rivalutazione significativa dei livelli retributivi di tutto il personale. Punto sul quale si trova la convergenza di tutti i Confederali e non solo.

Altra questione è stata posta dal numero uno della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile: “Il sistema di assegnazione delle supplenze ha mostrato tutti i suoi limiti, l’algoritmo ha fallito. È costato svariati milioni, ha creato enormi disagi alle scuole, disparità tra i docenti e ha compromesso la continuità didattica, lasciando dirigenti scolastici e segreterie in difficoltà. Pensiamo che la presenza fisica degli aspiranti alla convocazione, in attesa di un perfezionamento della procedura, sia la soluzione auspicabile”. Mentre la Gilda ha chiesto un’attenzione particolare alla questione dei titoli falsi e dei titoli esteri, piaga che secondo il coordinatore nazionale fa sì che oggi gli insegnanti siano considerati un bancomat, dal quale attingere per vendere i titoli.

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