Veramente qualcuno ci crede supereroi?”. Dopo una settimana di ricostruzioni e polemiche, richieste di informazioni da parte del ministro della Protezione civile e annunci di inchieste della Procura della Repubblica di Udine, i vigili del fuoco hanno deciso di dire la loro. Il sindacato Funzione Pubblica della Cgil ha diffuso una nota con cui prende posizione sul caso dei tre ragazzi morti nel Natisone e ricorda le difficoltà che accompagnano un lavoro rischioso e non sufficientemente supportato da risorse.

La piena improvvisa dello scorso 31 maggio, che ha travolto tre ragazzi in un punto segnalato come più ad alto rischio, ha scosso tutti noi, la comunità e l’intera catena dei soccorritori. Ogni scenario di intervento è, per i Vigili del Fuoco chiamati a prestare soccorso, diverso e complesso nel suo approccio. Nessuno immagini di colpevolizzare l’operato del personale intervenuto quel giorno”. Una dichiarazione molto dura. “Siamo vicini ai familiari delle vittime e ci stringiamo a loro con cordoglio. Ogni responsabilità del caso, se esiste, se accertata, sia attribuita tenendo conto anche delle responsabilità in capo alle Amministrazioni competenti. Si tengano conto delle denunce del sindacato anche per attribuire le responsabilità gravi”.

L’elenco di ciò che non funziona è piuttosto lungo. “I Vigili del Fuoco lavorano sotto organico, con un sovraccarico a volte inaccettabile. Le squadre, a volte ridotte a 3 unità rispetto alle 5 necessarie, non riescono a coprire il territorio in tempi brevi e in maniera uniforme. Il personale non fa la formazione obbligatoria e non riesce a mantenere gli standard operativi a causa dell’impossibilità di effettuare mantenimenti e re-training. Abbiamo carichi di lavoro eccessivi e il ripiego allo straordinario è ordinario. Veramente qualcuno ci crede supereroi?”.

La domanda provocatoria riflette lo stato d’animo di chi rischia per salvare gli altri e poi, a volte, finisce sotto accusa. “Il problema principale rimane quello della carenza della dotazione organica: 4000 operativi e 2500 amministrativi (Raggruppamento Temporaneo di Professionisti) in meno. L’età media dei Vigili del fuoco è troppo avanzata, 47 anni, e la disattenzione dell’Amministrazione su salute e sicurezza è divenuta cronica. Dal giorno del suo insediamento, nel 2022, il governo in carica non ha pianificato e bandito un concorso pubblico a Vigile del Fuoco”.

Il sindacato FP Cgil conclude: “Nessuno tocchi i Vigili del Fuoco. Troppo spesso le carenze di organico, la mancanza di strumenti e attrezzature adeguate per l’intervento, la scarsa capacità dell’Amministrazione di gestire l’organizzazione territoriale del soccorso e la previsione degli eventi con le sue eventuali ricadute, lasciano esposti lavoratrici e lavoratori che hanno altissime professionalità, ma rischiano in prima persona sia durante i soccorsi che nei procedimenti delle autorità competenti che analizzano i fatti a posteriori”.

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