La convocazione della commissione Antimafia “risponde anche all’esigenza di venire incontro a un’informazione completa e obiettiva” capace “di cogliere i fatti e i problemi e di allontanare il pericolo di disinformazione, di speculazione e di letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali”. Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo che ha chiesto, insieme con il capo della procura di Perugia, Raffaele Cantone, di essere sentito in commissione Antimafia in merito all’indagine della procura umbra sull’accesso abusivo alle banche dati della procura nazionale Antimafia.

Essere sentiti, ha continuato difendendo l’operato della procura che dirige, risponde inoltre alla necessità di “tacere a delle punte di scomposta polemica che sembrano mirare non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all’avanzamento degli equilibri del sistema ma ad incrinare l’immagine del mio ufficio e a delegittimare l’idea di istituzioni neutrali come la Procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d’Italia”.

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