di Luca Mancini

Nel giorno della visita del premier ucraino alla terra delle meraviglie, la nostra premier eletta dimostra una sincerità d’intenti che finora era stata assente dal suo operato. Dopo mesi di bugie e mistificazioni, che hanno trasformato i raver in pericolosi criminali, evasori in innocui smemorati, poveri in inutili scansafatiche, dittatori in statisti e migranti in fastidiosi turisti (e potrei continuare), finalmente è arrivato il momento della verità ed è racchiuso in una dichiarazione rilasciata nel mezzo di una delle giornate più importanti, a livello diplomatico, dell’anno.

Giorgia Meloni, dopo aver incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in risposta a una domanda cade in quello che potrebbe definirsi un errore politico da principiante: dire la verità. “Quello che gli ucraini lo stanno facendo, lo stanno facendo anche per noi”. Tralasciando la forma, appare finalmente evidente il motivo di tutto l’impegno che ci prendiamo all’interno di questa guerra: inondare un esercito esiguo di armi e di false speranze perché lo fanno per noi, è utile a noi. Stanno combattendo per noi, stanno morendo per noi, hanno perso fino all’ultima grivnia per noi, è stata distrutta la maggior parte del loro stato per noi.

“Lo stanno facendo anche per noi”. È necessario fare però una piccola precisazione perché questo “noi” può essere inteso in due accezioni. “Noi capi di Stato” e “noi cittadini”. Affinché l’affermazione rimanga vera è necessario che si consideri la prima accezione. Perciò segue che: la guerra è utile ai presidenti alleati – o meglio al soddisfacimento degli interessi di organi istituzionali e delle lobby che li supportano (militari e non), che nel nostro caso (europeo) casualmente coincidono con quelli statunitensi, nonostante la totale differenza di obbiettivi, legami economici, posizione geografica, situazione politica ed economica.

L’asservimento agli interessi provenienti da oltreoceano è totale e questa guerra serve a Biden e di conseguenza a voi perché se consideriamo il “noi” nella seconda accezione, “noi cittadini”, l’affermazione diventa immediatamente falsa perché “noi”, ovvero la maggior parte del popolo italiano, non siamo con voi, né come voi e ripudiamo la guerra, quindi non permettetevi di addossarci neanche una minima parte di responsabilità, soprattutto se morale, di questo eccidio. Voi “state solo svolgendo il vostro mestiere” ed è ormai noto come ciò elimini qualsiasi aspetto etico in favore del “semplice esercizio delle proprie funzioni, considerando le circostanze”.

Ma la nostra è una posizione libera che ci permette di non aderire ad azioni disumane ed è fondamentale che venga rispettata, evitando dichiarazioni che ledano nel profondo l’individuo. Perché questa non è la mia guerra, non è la nostra; voi avete interesse a farla e noi, l’umanità, per indignarci.

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