Finirà di scontare la pena nel marzo del 2024 eppure valuta una candidatura. Roberto Formigoni, dato per dialogante con Fdi per una candidatura alle elezioni europee del 2024, però forse dimentica di essere stato condannato a 5 anni e 10 mesi definitiva per corruzione con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Una condanna definitiva emessa dalla Cassazione. In virtù della legge Severino non sarebbe più candidabile. In Italia – una volta espiata la pena – però c’è tutta la possibilità di tornare in pista, a raccogliere voti e soprattutto indennità e vitalizi e anche candidature. Prima di poter essere nuovamente candidabile Formigoni – come già avvenuto per il presidente del suo ex partito Silvio Berlusconi – dovrà essere riabilitato. I tempi per la concessione della riabilitazione variano da alcuni mesi a circa un anno. Tutto dipende dal percorso necessario a seconda del tipo di reato per il quale è avvenuta la condanna ed al tipo di adempimenti, anche pecuniari, previsti a carico del condannato. Ma si può essere riabilitati quando siano trascorsi almeno tre anni dal giorno in cui la pena sia stata eseguita o sia stata estinta ed il condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta.

Vero è che c’è chi lo aspetta a braccia aperte come Attilio Fontana che, dopo Roberto Maroni, ha ereditato la poltrona di presidente della Lombardia. Formigoni del Pirellone è stato il capo per 18 anni. “Roberto Formigoni è stato un ottimo presidente della Regione ed è stato sicuramente un politico di vaglia. Credo sarebbe un arricchimento per tutti” ha detto Fontana, a margine della presentazione della stagione 2023-24 dell’Orchestra Sinfonica di Milano.

Certo è che il Celeste pare crederci nonostante l’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Mai parlato di una mia candidatura alle Europee con i vertici di FdI. È vero invece che molti amici di vecchia data e di recentissima conoscenza hanno cominciato un pressing fortissimo nei miei confronti per una mia candidatura. ‘Devi candidarti, c’è bisogno della tua esperienza, il centrodestra ha bisogno di una figura come la tua. Questa insistenza mi dà da pensare. Sarebbe da irresponsabili non farlo, ma oggi il mio orientamento è per il no. D’altra parte per le Europee c’è ancora tempo, sono a maggio dell’anno prossimo. Continuerò a riflettere”. Dopo la condanna per corruzione è in affidamento ai Servizi sociali fino a marzo dell’anno prossimo e Formigoni spiega che “come ho fatto in questi 4 anni mi atterrò a ogni singola regola della magistratura. La pena in sé finisce nella primavera del 2024, però c’è lo sconto per buona condotta. Se continuerò a comportarmi bene come mi è stato riconosciuto in questi anni, sarò libero da tutto prima dell’autunno, in tempo eventualmente per prendere una decisione”. Dall’ottobre scorso, con 17 mesi ancora da scontare, Formigoni è in prova ai servizi sociali, come prevede la legge quando la pena sta per estinguersi: insegna italiano alle suore straniere dell’istituto Piccolo Cottolengo Don Orione.

Ma anche se l’ex presidente finisse il prossimo ottobre di scontare la pena, l’istanza per la riabilitazione potrebbe essere presentata nell’ottobre del 2026. Tutto questo a meno non venga cambiato dal governo l’articolo 179 del codice penale che prevede che debbano trascorrere tre anni dalla fine dell’espiazione della pena. Come ben sapere Silvio Berlusconi che ottenne il lascia passare per il ritorno alla vita politica dopo un paio di mesi dalla presentazione dell’istanza. “Non sto pensando a un determinato partito perché non sto pensando affatto a una mia candidatura. Ora posso dire che ho una grande stima per Giorgia Meloni – sottolinea – Non posso dimenticare che ho militato per 15 anni in FI anche se ho subito dei torti, ma non ho nessuna animosità. Se optassi per il sì ci sarebbe anche la possibilità di candidarsi con Fi” le parole di Formigoni che potrebbe essere candidato magari alle prossime politiche: nel 2027.

Vale la pena ricordare che secondo le sentenze – Cassazione compresa – tra il 1997 e il 2011 61 milioni di euro di fondi della Fondazione Maugeri e dell’ospedale San Raffaele furono sottratti illecitamente e usati per pagare mazzette in cambio di favori e rimborsi ai due enti. Formigoni, tra le altre cose, era accusato di aver ricevuto vacanze gratis e l’uso di un lussuoso yacht in cambio di decisioni favorevoli e rimborsi non dovuti, “soldi tolti ai malati per i suoi sollazzi” come sottolineò nella requisitoria del processo di primo grado l’allora pm Laura Pedio. “Per quanto sul piano formale il Presidente della Regione non fosse il responsabile delle decisioni” in materia di sanità – scrissero tra l’altro i giudici della Suprema Corte – “è stato accertato come il Formigoni di fatto avesse un totale predominio nella concreta procedura dei provvedimenti in questione”, ossia le delibere per “varie decine di milioni di euro” dati indebitamente alle Fondazioni Maugeri e San Raffaele che, corrompendo il ‘Celeste’, volevano “sterilizzare i risultati negativi” dei tagli alla sanità’ privata ottenendo dalla Regione Lombardia “provvedimenti favorevoli”.

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