di Monica Valendino

La vicenda del runner trentino morto a causa di un attacco da parte di un orso ha mostrato ancora una volta l’irrazionalità e la superbia dell’homo sapiens, colui che si crede superiore a Dio e che pensa di essere il padrone del pianeta. La sua arroganza è pari alla sua ignoranza, visto che l’essere umano pensa di dominare la natura ma alla fine rischia di venirne travolto.

Lo scalpore nato dal tragico evento che ha visto soccombere il ragazzo in Val di Sole ha portato all’isteria: abbattete quell’orso! Reo di aver fatto quello che in natura fa e gli incontri con l’uomo sono solo frutto dell’espansione di quest’ultimo in un territorio che non gli appartiene.

Ma capiamoci meglio: secondo uno studio di un paio d’anni fa pubblicato su Scientific Report portato avanti dalle Università di Oviedo e del Muse di Trento, si sono registrati nel mondo 664 attacchi di orso bruno europeo negli ultimi 15 anni in tutto il mondo, meno di quaranta attacchi all’anno nelle aree dov’è diffuso e la maggior parte avvenute in zone solitamente poco abitate (Russia e Romania soprattutto), visto che – a meno che non trovi cibo facilmente – l’orso come tutti gli animali selvatici tende a non avvicinarsi all’uomo. Quando raramente lo fa e aggredisce è perché si sente minacciato o sente minacciati i suoi cuccioli.

In definitiva è più probabile morire per la puntura di un insetto che uccisi dall’orso, eppure non si alzano voci per abbattere le api.

Mario Tozzi ha posto l’accento sulla questione nel modo migliore: “I sapiens si illudono di essere superiori agli altri viventi e soprattutto pensano di poterne fare a meno. E di poterne regolare tipo, numero, carattere, stile di vita e interazioni. È un pregiudizio basato sulla nostra autoreferenzialità e sulla nostra ignoranza del mondo naturale. Davvero siamo più intelligenti di uno scimpanzé, più sociali di un’ape, più loquaci di un cetaceo, più sensibili di un elefante, più giocosi di un cane e più sgamati di un corvo? Davvero può sopravvivere una specie circondata da manufatti e soli animali addomesticati? Possiamo fare a meno del mondo naturale?”.

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La risposta è no, ma la superbia dell’uomo gli fa credere di poter fare ciò che vuole con l’ambiente che lo circonda. In nome del profitto invade il territorio senza rispettarlo. Lo fa con gli animali, lo fa con i vegetali. Siamo certi che andando avanti così la specie umana possa davvero sopravvivere a lungo senza anche la natura non reclami in maniera brutale il suo spazio? Lo sta già facendo e i cambiamenti climatici sono solo l’esempio più lampante, ma girando lo sguardo ci si accorge che la via dell’estinzione è presa.

Uccidere l’orso che ha dilaniato il runner non ha senso se non quello della vendetta, così come continuare a credersi esseri superiori non porterà altro che dolore per il pianeta. C’è chi sostiene che l’uomo sia il cancro della terra: come cellule impazzite prolifica e distrugge l’ospite che lo tiene in vita soccombendo alla fine anche lui. Di certo c’è che, come diceva un detto indio, “gli alberi sono le colonne del cielo e se li abbatti il cielo ti cadrà addosso”, così come ci cadrà addosso se non impariamo a rispettare ciò che ci circonda senza volerlo comandare.

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