Domenica scorsa il Vinitaly ha aperto i battenti e c’è chi, per non perdersi l’inaugurazione del salone Internazionale del vino e dei distillati, è arrivato a Verona con tanto di jet privato e lasciando dietro una scia di tonnellate di emissioni di CO2. Solo nella prima giornata del Vinitaly almeno cinque aerei privati sono atterrati all’aeroporto di Verona. Alcuni, addirittura, percorrendo delle brevissime distanze arrivando, infatti, da Venezia o per raggiungere poi Milano. E’ quanto viene fuori dal monitoraggio di Jet dei ricchi, il gruppo di ricercatori che tramite i loro account social aggiorna costantemente sul traffico aereo in Italia dei voli privati.

Emergenza ambientale e cambiamenti climatici? Tutto può essere messo da parte per essere presenti a una degustazione di ottimi vini. I cinque voli che hanno raggiunto la città veneta durante il primo giorno di Vinitaly sono arrivati dagli aeroporti di Ancona, Venezia, Perugia, Tirana e Parigi. Di questi, uno su tutti eccelle per “stravaganza”. Come si legge nell’account Twitter Jet dei ricchi, il “Falcon arrivato da Perugia, in preda alla noia e forse alterato da qualche bicchiere di Amarone, passa il resto della giornata orbitando sopra Verona senza scopo apparente”. E quanto ha inquinato? Circa “5,5 tonnellate di CO2, quasi quanto una persona in un anno”.

La stima di un solo giorno di Vinitaly si chiude pertanto con circa 24,8 tonnellate di emissioni di CO2, corrispondenti alle emissioni annue di quasi cinque italiani. “Si tratta comunque di una stima molto prudente che viene calcolata solo sul tempo di volo, quindi sicuramente inferiore alle stime effettive”, spiegano a ilfattoquotidiano.it gli amministratori dell’account Jet dei ricchi. Queste stime, infatti, non tengono conto delle emissioni aggiuntive in fase di atterraggio e decollo. “Da un punto di vista di efficienza energetica – aggiungono – questi viaggi sono molto più dannosi per l’ambiente, come riportato nel report di Greenpeace. Per percorre una tratta come Verona-Milano si inquina circa il triplo della semplice distanza tra i due aeroporti”.

Ma quanto registrato all’inaugurazione del Vinitaly è solo un piccolo esempio: “L’uso smodato che si fa in Italia dei jet privati lo abbiamo visto ad esempio per la Fashion Week. In questo caso diventa quasi impossibile calcolare tutte le emissioni”. Proprio in occasione dell’ultima Settimana della moda a Milano, Jet dei ricchi ha pubblicato una schermata con i tracciati dei voli privati che hanno raggiunto il capoluogo lombardo, molti di più di quelli registrati per il Vinitaly. Così come sono stati monitorati gli aerei privati degli stilisti italiani che hanno raggiunto Parigi in occasione della Fashion Week francese: “Si precipitano in Francia a parlare di moda sostenibile, rigorosamente in jet privato”, è il commento.

Tutto questo accade a pochi giorni dalla pubblicazione del report commissionato da Greenpeace Europa centro-orientale alla società olandese di consulenza ambientale CE Delft: secondo l’analisi, le emissioni dei jet privati in Europa sono più che raddoppiate nel giro di un anno, arrivando a superare quelle prodotte annualmente da 550mila cittadini europei. E l’Italia risulta il quarto Paese europeo per numero di voli di jet privati e il terzo in termini di emissioni di anidride carbonica generata da quei voli. Un posto nel podio che non è certo di aiuto per il contrasto della crisi energetica e climatica.

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