Una ‘processione clandestina’ per un boss morto in cella, organizzata nonostante il Questore avesse vietato i funerali e finita in un’aggressione agli agenti intervenuti per bloccarla. È accaduto l’8 febbraio 2023, ma la notizia non è mai emersa. Quel giorno nel quartiere periferico Tommaso Natale di Palermo, familiari e amici salutano per l’ultima Fabio Gloria, già condannato in via definitiva per estorsione e recentemente in primo grado a 12 anni per concorso in associazione mafiosa, e morto lo scorso 28 gennaio nel carcere di Terni. Gloria, considerato dalla Dda di Palermo legato al clan mafioso Tommaso Natale-San Lorenzo, è stato trovato impiccato in cella. I familiari non credono al suicidio e hanno presentato un esposto. In alcuni video postati su Tik Tok si vede il feretro scortato tra gli applausi, accompagnato da fuochi d’artificio, e in sottofondo un brano di Eros Ramazzotti. Lo striscione: “In terra, come in cielo, rimarrai sempre un guerriero. Fabio Vive”, circondato da palloncini blu e bianchi.

Come avviene per i condannati per mafia, la Questura di Palermo ha “notificato ai familiari di Gloria, ai servizi cimiteriali del comune ed al parroco di S. Ambrogio il divieto di svolgimento del corteo funebre”. Ma “alle ore 7.45 circa”, come spiega la questura di Palermo a ilfattoquotidiano.it, gli agenti arrivati sul posto si accorgono che “attraverso un carrello elevatore, la salma era stata trasportata in strada”. A circa “700-800 metri dall’abitazione, dove era custodita la salma in attesa della tumulazione, 100 persone seguivano i familiari di Gloria, accompagnati dalla musica, che portavano a spalla la bara per le vie del quartiere”. Polizia e carabinieri sono intervenuti per bloccare la ‘processione’, e far “rispettare il percorso per il cimitero stabilito nelle prescrizioni del decreto questorile”. Ma hanno subito le intimidazioni, l’aggressione verbale e fisica dei presenti. Fonti de ilfattoquotidiano.it riferiscono che cinque agenti sono rimasti vittime della colluttazione. La questura di Palermo precisa che due “operatori della Polizia Scientifica, impegnati a registrare gli eventi al fine di acquisire documentazione video-fotografica di quanto accaduto, subivano un’aggressione da parte dei partecipanti e ricorrevano alle cure mediche, riportando contusioni”. Solo nell’ultimo triennio, la questura di Palermo ha vietato 31 funerali. Per la ‘processione’ di Gloria sono state persone denunciate 8 persone: 5 per violenza e lesioni a pubblico ufficiale, 3 per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e una per minacce aggravate.

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