La “gran fretta di fare subito il pagamento” derivava dal fatto che nella “conferenza stampa quotidiana la Regione Lombardia intendeva comunicare di aver potuto procurarsi le mascherine anche più velocemente della Protezione civile“. Così il gip milanese Guido Salvini spiega le ragioni di quello che definisce un comportamento “del tutto disordinato” sull’acquisto dei dispositivi di protezione contro il Covid da parte di Aria spa, la centrale acquisti di Regione Lombardia. È terminato infatti con un’assoluzione e un proscioglimento il processo nato da una delle tante indagini sulle forniture pubbliche di mascherine durante la prima ondata di Covid: l’inchiesta era partita proprio da una denuncia di Aria spa, che il 28 febbraio 2020 si era detta truffata dall’intermediaria italosvizzera Vivendo Pharma su una consegna di due milioni di mascherine non onorata (sempre secondo Aria) entro le pattuite 24 ore, nonostante il pagamento anticipato di 7,2 milioni di euro. A giudizio per frode in pubbliche forniture erano finiti Alessandra Moglia e Fabio Rosati, rispettivamente amministratori di Vivendo e della società fornitrice, Fitolux pro srl. E i 7,2 milioni frutto della presunta truffa erano stati sequestrati dai pm.

Ora però, come riporta il Corriere della Sera, il gip Salvini ha prosciolto Rosati e assolto Moglia, per la quale la Procura chiedeva la condanna a un anno e otto mesi di carcere. Nella sentenza si legge che Aria, lungi dall’essere vittima di una truffa, ha tenuto appunto un comportamento “del tutto disordinato“, ritenendo “concluso un contratto che non lo era“, effettuando “frettolosamente il bonifico” e poi presentando precipitosamente la segnalazione alla Procura, la quale l’ha “inutilmente sposata” sequestrando “una somma di cui era già stata disposta da Fitolux la restituzione“. Il motivo? Secondo il giudice è almeno in parte riconducibile alla volontà dei vertici di Regione Lombardia di dare l’annuncio per primi, vantandosi di essere stati anche più veloci della Protezione civile nell’acquistare le mascherine.

Letizia Moratti coglie l’occasione per attaccare il governatore Attilio Fontana, di cui è stata assessore al Welfare e che ora è il suo sfidante nella corsa alle regionali. La candidata civica sostenuta da Azione e IV scrive: “Questa vicenda conferma la bontà della decisione che presi, una volta arrivata in assessorato, di contestare l’inadeguatezza di Aria spa che stava rallentando anche la campagna vaccinale e di azzerare i vertici, affidando il servizio della piattaforma a Poste“. “Purtroppo – aggiunge Moratti – è anche la conferma di come soltanto a un anno di distanza dall’inizio della pandemia, quando arrivai, si prese la decisione più opportuna e giusta“. Quanto scritto nella sentenza, secondo Moratti, “conferma ulteriormente quanto fosse deficitaria la gestione di Aria spa, con la campagna vaccinale che non partiva e con anziani spediti anche a 100 km di distanza per le somministrazioni. Con i cambi al vertici e il passaggio a Poste c’è stata una svolta evidente“.

“Una vicenda che lascia allibiti”, la definisce Pierfrancesco Majorino, candidato di centrosinistra e M5s alla presidenza della Lombardia, che a sua volta attacca il governatore uscente Attilio Fontana: “Ora i giudici hanno stabilito la verità processuale. Quella politica è che Fontana non può di nuovo essere a capo della Regione. Una vicenda come questa non lascia adito a dubbi“. Intanto arriva anche il comunicato di Aria spa: “Prendiamo atto oggi che il giudice si è pronunciato per l’assoluzione dell’operatore economico sul versante penale. Ci preme sottolineare che in un momento particolarmente difficile e caotico per il Paese, Aria spa ha sempre agito con il fine di acquisire velocemente i beni necessari alla gestione dell’emergenza, tutelando nel contempo le risorse pubbliche, scopo che, nello specifico caso, è stato raggiunto”, fa sapere la centrale acquisti regionale.

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