Il centro della Sicilia è in protesta per il prezzo dell’olio che quest’anno non riesce a coprire neanche le spese degli olivicoltori. Dopo un anno di ripresa in seguito alla pandemia, l’aumento delle materie prime, il rincaro dell’energia per gli impianti idrici, cui si aggiunge anche l’aumento del prezzo della manodopera e dei fertilizzanti, hanno portato molti agricoltori a chiedersi se fosse opportuno raccogliere o meno le olive. “Noi viviamo di questo, i nostri paesi vivono di questo – dice Luciano Buttafuoco, agricoltore di Caltabellotta – i costi che oggi affrontiamo in campagna sono più dei guadagni, così non possiamo più mantenere le nostre famiglie”. Gran parte degli olivicoltori delle province di Agrigento e di Trapani, dove l’agricoltura traina l’intera economia, non produce direttamente l’olio ma vende le olive ai frantoi, che però, come fanno di consueto, decidono solo alla fine della stagione quanto pagare il prodotto e in base a determinati periodi.

Questa abitudine, che negli altri anni era già mal tollerata dagli agricoltori, quest’anno ha mostrato tutti i suoi limiti facendo nascere una vera e propria guerra tra olivicoltori, in protesta da settimane nelle prefetture e nelle piazze, e i frantoiani. La più grande di queste proteste si è svolta nella cittadina di Sciacca, dove olivicoltori arrivati da tutta la Sicilia chiedono un intervento immediato delle istituzioni e del nuovo governo. “La nostra battaglia parte da qui – spiega uno degli agricoltori – ma passa per Palermo e per Roma, le istituzioni ci devono aiutare perché noi siamo in ginocchio, siamo aziende che non producono reddito”. I frantoiani, dopo l’intervento di sindaci e prefetti, hanno stabilito una prima quotazione che oscilla sui 6 euro al decalitro, un prezzo che però, per i rincari e le oscillazioni del prezzo del carburante, non soddisferebbe in pieno i produttori di olive, alcuni dei quali hanno addirittura deciso di non raccogliere o hanno cominciato a raccogliere con forte ritardo. “Ci troviamo a non poter fare i conti in questo modo e non sappiamo se quest’anno possiamo avere ricavi dalla nostra raccolta – racconta un altro agricoltore di Lucca Sicula, paese che vive grazie solamente all’agricoltura – Il prezzo di sei euro è basso, considerato anche la qualità del nostro olio e l’agricoltura biologica che contraddistingue il nostro lavoro”. Dall’altro lato anche per i frantoi le spese sono aumentate a causa del caro bollette, in una situazione acuita dal fatto che i macchinari per la molitura continuano a lavorare senza sosta anche durante la notte.

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