Foggia e la Capitanata continuano purtroppo a occupare le pagine di cronaca nera. Dopo l’inquietante vicenda di Orta Nova, è di qualche giorno fa il tentato omicidio di un 32enne pregiudicato, coinvolto nell’operazione “Decima bis” del novembre 2020. Il giovane – che per fortuna non è più in pericolo di vita – viene colpito a petto e spalle dai colpi di un fucile a pallettoni. Il killer lo raggiunge a casa, mentre è agli arresti domiciliari. Sull’episodio indaga ora la Direzione distrettuale antimafia di Bari.

Non si è fatto attendere l’ennesimo grido d’allarme del sindacato di polizia. “Gli ultimi deprecabili eventi delinquenziali di chiara identità mafiosa – scrive in un comunicato Michele Carota, segretario provinciale del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) – meritano un’ulteriore e approfondita riflessione che non può assolutamente evolversi con i soliti “impegni di facciata”. Sono invece necessari “atti concreti e definitivi”.

Carota rivolge un accorato appello alla politica “per rafforzare il dispositivo della Questura di Foggia e dei commissariati decentrati (Cerignola, San Severo, Manfredonia e Lucera), ma anche di tutte le altre forze di polizia”. “Anche e principalmente questo è il compito del sindacato di polizia – ci tiene a sottolineare – recepire i disagi e le difficoltà professionali e umane di chi opera in realtà complicate e rischiose, assicurando tutto l’impegno possibile”.

L’attenzione del Siulp per il problema della malavita foggiana dura ormai da tempo, almeno da quando il sindacato partecipò alla marcia antimafia del 10 gennaio 2020. La segreteria provinciale chiede oggi rinforzi per combattere una guerra che lo Stato può vincere. Nella cosiddetta “Società foggiana” persiste un atteggiamento di spiccata aggressività che certo non consente di annoverarla tra le organizzazioni mafiose più evolute.

L’evidenza giudiziaria ci restituisce l’immagine di clan che non hanno ancora raggiunto una dimensione economica rilevante. Le “batterie” foggiane sono lontane dai sodalizi che hanno optato per quella strategia dell’inabissamento funzionale agli affari. Sempre più frequenti sono i “reati rumorosi” che inevitabilmente attirano l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni.

Si tratta di una mafia feroce sì, ma probabilmente più facile da sconfiggere. Però bisogna darsi da fare e subito.

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