Un provvedimento di tutela personale, per garantire l’incolumità fisica del giurista di Reggio Emilia Elia Minari, è stato emesso dalla Prefetto della provincia emiliana Iolanda Rolli, in accordo con i vertici di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.

Minari è il fondatore della associazione Cortocircuito, che da anni si occupa delle infiltrazioni mafiose in regione e che realizzò la famosa intervista all’allora sindaco di Brescello, Comune poi sciolto per mafia, nella quale Marcello Coffrini definiva “brava persona, educata” Francesco Grande Aracri. È il fratello maggiore del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, residente con diversi altri membri della famiglia nel paese di Peppone e don Camillo, allora già condannato per 416bis e oggi alla sbarra nel processo Grimilde.

Secondo le ricostruzioni, il provvedimento è stato deciso in conseguenza di alcune dichiarazioni pronunciate in carcere da un detenuto e che sono considerate mettere a rischio l’incolumità di Elia Minari. Frasi che hanno spinto il Questore di Reggio Giuseppe Ferrari ad emettere un primo provvedimento di tutela poi rafforzato dopo un summit in prefettura. L’Associazione Cortocircuito esprime “Massima vicinanza e sostegno al nostro fondatore che, con coraggio e impegno, nonostante le difficoltà, le preoccupazioni e le dure parole da parte di esponenti della ‘ndrangheta, non si è mai fermato, dimostrando che è possibile essere cittadini attivi, consapevoli e promotori di legalità.”

Attualmente Elia Minari prosegue il proprio lavoro in qualità di Coordinatore dell’Osservatorio Permanente Legalità dell’Università di Parma, che da diversi anni realizza attività di ricerca e formazione. È autore del libro inchiesta “Guardare negli occhi la mafia” con la prefazione dell’ex Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti. Per il suo impegno ha ricevuto quest’anno il premio intitolato al giornalista Peppino Impastato, ucciso dalla mafia siciliana di Tano Badalamenti. Minari il prossimo 28 ottobre parteciperà a un incontro online assieme a Maria Falcone, sorella di Giovanni, nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

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