Sebbene se ne parli meno rispetto a qualche mese fa, la situazione dei rifiuti a Roma è ancora drammatica e le parole del sindaco Roberto Gualtieri (“Tra due anni Roma pulita come un borgo del Trentino”) sembrano più un’utopia che una promessa. Cassonetti stracolmi e sacchetti sparsi un po’ ovunque continuano a essere un leit-motiv per le strade della Capitale, senza contare sversamenti illeciti e rifiuti ingombranti. Rispetto allo scorso febbraio poco o niente è cambiato. Anzi, pare che le forze messe in campo per contrastare il fenomeno siano anche diminuite. O almeno questa la sensazione che hanno riscontrato molti cittadini attivi, tra cui Claudio De Santis, presidente del Comitato di quartiere L’Ostiense (Municipio VIII): “Le faccio un esempio: è capitato negli anni che chiedessimo l’installazione di fototrappole in punti critici del municipio, a rotazione. Passava del tempo ma avevamo sempre un riscontro. Ecco, adesso invece notiamo un peggioramento. Abbiamo inviato una nuova richiesta, ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Circa due mesi fa abbiamo scritto sia al comandante generale dei vigili sia al sindaco ma senza alcun esito. E non siamo i soli, anche altri comitati si sono riuniti per sensibilizzare su questo fronte. Se continuiamo così i risultati saranno pari a zero. Prima riuscivano a calendarizzare qualcosa per avere delle soluzioni, anche in ambito sociale, non solo ambientale. Adesso, invece, sembra che ci sia un disinteresse totale”.

“I cantieri sono discariche a cielo aperto” – “A cavallo tra la passata amministrazione e quella attuale abbiamo richiesto le fototrappole, ma pare che ora ci sia poca possibilità. Ci è stato detto che sono quasi esaurite – dichiara Alessandro Alessandrini, Presidente Cdq Colle del Sole (Municipio VI) – Le dirò di più: qui in zona dal 2004 è aperto il cantiere dell’asse Modolo-Borutta, che collegherebbe via Prenestina a via Borghesiana. È già costato ai contribuenti 7 milioni di euro ed è completato più o meno al 30%. Nel frattempo è diventato una discarica a tutti gli effetti, con sversamenti giornalieri, anche di eternit”. Spesso, sostiene Alessandrini, “accade che i rifiuti vengano bruciati da qualcuno per fare spazio a quelli nuovi” L’amministrazione? “È indolente”. Nicola Franco, presidente del Municipio VI, sposta il problema sulla “inerzia degli anni passati” che “ha fatto sì che la progettazione sia stata superata dalle nuove normative”. A bilancio, continua, “adesso ci sono i fondi per completare l’opera pubblica, stanno rifacendo il progetto e verrà completato entro la fine del 2022”. Dal prossimo anno “si spera che inizino i lavori e che tutto venga concluso perché sì, ad oggi, è una discarica a cielo aperto e lo abbiamo già denunciato”. Le fototrappole? “Dal primo mese in cui siamo arrivati (ad ottobre 2021 si sono tenute le elezioni comunali a Roma, ndr) abbiamo scritto al sindaco, al Dipartimento, al comandante generale della Polizia Locale”, dice ancora Franco, “ma in prima battuta il problema è stato che è scaduto l’appalto”, quindi “ci avevano detto che entro marzo lo avrebbero rinnovato, pur parlando sempre di numeri esigui”. Però ad oggi, chiarisce il presidente del Municipio VI “nonostante i solleciti, non abbiamo alcuna notizia da parte della Polizia Locale”. Sono state cercate alternative? “Il VI Municipio confina con 6-7 Comuni dell’area metropolitana di Roma Capitale e molti dei problemi sono dovuti proprio a questo: la mattina arrivano furgoni che scaricano anche rifiuti ingombranti e speciali”. Per questo, conclude Frnaco, “durante un Comitato per l’ordine e la sicurezza, ho richiesto al comandante dei carabinieri provinciale e al vice prefetto di intensificare posti di blocco fissi proprio all’entrata delle tre dorsali – Collatina, Prenestina, Casilina – per controllare specialmente i mezzi pesanti”. Un palliativo, almeno: “Non riusciremo a risolvere il problema ma alleggeriremo la pressione”, conclude.

“Siamo considerati terra di nessuno”- Per Massimo Facchini, presidente del Cdq Acilia Nord 2018, invece, non è cambiato molto dalla passata amministrazione a quella attuale: “Mai visto una fototrappola. A Ostia (che si trova nello stesso municipio di Acilia, il X, ndr) sì, ma qui no. Siamo considerati terra di nessuno, eppure anche noi siamo sommersi di immondizia. Come Comitato di quartiere abbiamo fatto richieste delle fototrappole nel 2018 e poi nel 2021, senza grandi risultati”. Il presidente del Municipio X – Mario Falconi – interpellato sulla questione ha detto: “La lamentele dei cittadini e dei Cdq sono sacrosante, anche se una percentuale non irrilevante di essi contribuisce al degrado. Certamente la pubblica amministrazione può e deve fare di più, ma senza un rilancio dell’insegnamento dell’educazione civica non andremo da nessuna parte”. Solo un breve accenno, infine, al problema delle fototrappole: “Stiamo mettendo in campo idonei e moderni strumenti e stiamo anche operando per un più efficace coinvolgimento del mondo del volontariato”, ha concluso Falconi. Per la Presidente del Cdq di Settacamini Caterina Crimeni c’è ancora molto lavoro da fare: “In passato con le fototrappole abbiamo combattuto efficacemente contro le discariche. Le abbiamo richieste più volte. Lo abbiamo fatto tramite pec e anche in commissione Ambiente, al Municipio IV. Con l’amministrazione c’è un bel rapporto ma per ora non si è mosso nulla”. Anzi, spiega Crimeni, “un nostro collaboratore di recente ha inviato un’ulteriore mail chiedendo l’installazione di fototrappole ma gli è stato risposto che al momento ‘i NAD della Polizia Locale hanno terminato la disponibilità di apparecchi mobili di video-sorveglianza’. Noi insisteremo nella richiesta perché sono uno strumento efficace nella lotta contro il degrado”. Massimiliano Umberti, Presidente del Municipio IV, ha replicato: “Abbiamo messo a bilancio 30mila per mettere ulteriori fototrappole, quindi non c’è assolutamente un depotenziamento. Chiaramente, come tutti i procedimenti amministrativi, c’è bisogno di tempo. Entro l’anno faremo tutto, lo prevede il piano investimenti del nostro Municipio”. Quante fototrappole sarà possibile installare con quella cifra? “Non lo so. Ma sono tanti fondi”, la risposta di Umberti. Che infine ha concluso: “Abbiamo già fatto diverse pulizie straordinarie, prima di poter arrivare all’ordinario. È importante valutare i tempi, purtroppo nella pubblica amministrazione è così”.

Disponibilità incerta – Sull’effettiva possibilità o meno di ricorrere a questi strumenti c’è incertezza. Ilfattoquotidiano.it ha inviato una mail al Nucleo ambiente decoro della Polizia Locale allegando le foto di un angolo della città in evidente stato di degrado. Si possono installare le fototrappole? No, perché, come scritto nella risposta ricevuta, la disponibilità è terminata il 31 luglio: la stessa risposta data al collaboratore del Cdq Settecamini. Tuttavia, Ilfatto.it ha contattato anche il comandante generale della Polizia Locale Ugo Angeloni, che ha spiegato: “Il Comando si sta muovendo in direzione di un rafforzamento dei controlli, da attuare con il coinvolgimento di tutti i Gruppi territoriali, al fine di utilizzare in maniera crescente, e non viceversa, lo strumento delle fototrappole”. In contrasto perciò con quanto affermato dal Nad. Nessun riscontro, invece, da parte dell’assessorato all’Ambiente e ai Rifiuti del Campidoglio né dalla Presidenza del Municipio VIII. Anche RomaToday ha affrontato l’argomento di recente. In un articolo del 29 settembre scorso, si spiegava che le 50 fototrappole “non sono più in funzione dal 30 luglio scorso” per il mancato rinnovo dell’appalto. Il contratto di noleggio, “costato 259.000 euro”, stando ai calcoli di RomaToday era stato “ampiamente ripagato dagli incassi delle multe”. Il comando spiega che “le fototrappole, quelle in carico alla Polizia Locale, risultano tutte funzionanti. Ci sono poi quelle in carico al Dipartimento di cui invece la Polizia Locale non può avere contezza essendo quell’appalto gestito, appunto, dallo stesso dipartimento”. Come ribatte allora il Dipartimento? Silenzio.

Puntate precedenti – Durante la campagna elettorale per la corsa in Campidoglio, l’associazione Retake Roma aveva chiesto agli allora candidati sindaco una risposta in merito al problema dei rifiuti e delle discariche abusive. In quell’occasione – si legge sul sito della Onlus – Roberto Gualtieri rispose: “Occorre un’azione amministrativa di contrasto, decisa e tempestiva, agendo su 4 fronti: campagne per sensibilizzare i cittadini; aumentare il numero dei centri di raccolta sul territorio, da raggiungere al massimo in 15 minuti; potenziamento del servizio Ama di ritiro rifiuti ingombranti a domicilio; più illuminazione e più presidi di controllo in città”. Nessuna precisa specifica su un eventuale potenziamento del corpo specializzato, fortemente voluto dall’ex sindaca Virginia Raggi. Per intenderci: in un articolo di novembre 2021, grazie ad un documento ottenuto da ilfattoquotidiano.it tramite l’accesso agli atti, era emerso un dato lampante. “In tutto il 2020 i quindici gruppi del corpo di polizia municipale di Roma, ciascuno dotato di una sezione dedicata ai fenomeni di degrado urbano, hanno comminato un totale di 39 sanzioni per un ammontare complessivo di 1.950 euro – si legge nell’articolo – Il lavoro di controllo nei confronti delle utenze non domestiche nel comune di Roma risulta coperto quasi esclusivamente dai 28 poliziotti che costituiscono il Nad che nello stesso periodo hanno emesso 6.361 sanzioni per violazione delle norme sul conferimento dei rifiuti, sulle 6.400 complessive”.