(Video di Agenzia Vista Alexander Jakhnagiev)

Nervi tesi, insulti e perfino scontro fisico sfiorato al comizio di Cateno De Luca. Da un lato il candidato alla presidenza della Regione Sicilia (con quel suo soprannome “Scateno” conquistato proprio grazie ai suoi ormai noti eccessi), dall’altro il sindaco di Furci, Matteo Francilia che è anche candidato alla camera con la Lega.

È successo mercoledì sera a Furci, paesino della costa ionica messinese, amministrato da Francilia. Qui Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, ha tenuto un comizio, criticando a più riprese l’operato di Francilia che ad un’ora dall’inizio del comizio di De Luca è salito sul palco sottolineando che non aveva le autorizzazioni per farlo. “Mi sono rotto il cazzo delle tue cazzate”, ha risposto a un certo punto De Luca infiammandosi di colpo. Pochi minuti di fuoco che adesso stanno facendo il giro del web, mentre lo scontro ha avuto strascichi anche il giorno dopo, a colpi di dirette e comunicati stampa da entrambe le parti.

Un “siparietto col sindaco che denota un latente nervosismo che c’è e che rappresenta la difficoltà della Lega a prendere il 5 per cento a livello regionale”, così il giorno dopo ha parlato De Luca in una nuova diretta Facebook. Un vero e proprio attacco alla Lega, la stessa con la quale andava a braccetto soltanto lo scorso giugno, dopo avere fatto una serenata – sempre in diretta, è chiaro – per convincere il deputato della Lega Nino Germanà ad appoggiare il suo candidato, Federico Basile, poi diventato sindaco. La serenata aveva sortito il suo effetto tanto che Matteo Salvini in persona aveva avallato la scelta di appoggiare il candidato di De Luca, nonostante il parere contrario del segretario regionale, Nino Minardo, mentre Fdi e Fi puntavano uniti su un altro candidato. Un connubio durato poco, a giudicare dallo scontro di mercoledì sera. Avvenuto in un piccolo comune del Messinese, ma non in un luogo qualunque: Furci è vicino a Fiumedinisi, paesino dove Cateno è nato e dove è stato sindaco per la prima volta, mentre è stato primo cittadino anche nella vicinissima Santa Teresa (tutti paesi che si snodano tra Messina e Taormina). Francilia è pertanto sindaco per la Lega in quello che per De Luca è il suo regno per eccellenza.

Non a caso la polemica ha avuto pesanti strascichi anche il giorno dopo, quando, rivolgendosi direttamente a Francilia, sempre in diretta social, De Luca ha aggiunto: “Non puoi interrompere un pubblico comizio, perché è penale, e come vedi io sono stato un signore anche perché ho visto e capito subito che sei venuto per farti prendere la faccia a timpulati (schiaffi, ndr), perché cercavi lo scontro, e come vedi nessuno di noi si è sporcato le mani”. Un linguaggio sempre più violento e sorprendente quello di “Scateno”, che in solitaria pare insidiare la corazzata del centrodestra che, invece, compatto sostiene l’ex presidente del Senato, Renato Schifani. De Luca, che si è dimesso con un anno di anticipo da sindaco di Messina per correre alla presidenza della Regione, stando agli ultimi sondaggi prima dello stop elettorale, sarebbe infatti secondo, proprio dietro Schifani, con un distacco che va dai 3 ai 9 punti (Ipsos per il Corriere della Sera dava Schifani al 28,7% dei voti validi, De Luca con il 23,5%, mentre Swg dava Schifani al 33-37%, De Luca al 26-30). Questo prima dello stop ai sondaggi, a due settimane dalle elezioni del 25 settembre. Un lasso temporale che non a caso vede scaldarsi gli animi tra il centrodestra e “Scateno” che dal canto suo mira alla presidenza della Sicilia a testa bassa, con un tour di comizi sempre più incalzante e con toni sempre più sbraitanti.

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