Mentre è stato segnalato il primo caso di vaiolo delle scimmie dall’Oms arriva la notizia che le autorità sanitarie britanniche (dove sono saliti a nove i casi segnalati) hanno istituito un team di gestione per coordinare l’ampio tracciamento dei contatti e la vaccinazione viene offerta ai contatti ad alto rischio. Il tracciamento dei contatti è attualmente in corso nelle strutture sanitarie e nella comunità per coloro che hanno avuto contatti con i casi confermati. I contatti vengono valutati in base al loro livello di esposizione e seguiti tramite sorveglianza attiva o passiva per 21 giorni dalla data dell’ultima esposizione a un caso.

Nessuna fonte di infezione è stata ancora confermata in Gran Bretagna, rileva l’Oms, né per i casi iniziali individuati all’interno di una stessa famiglia né per i cluster nella comunità GBMSM (Gay, bisessuale, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini). Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, afferma l’Oms, “l’infezione sembra essere stata acquisita localmente nel Regno Unito. L’entità della trasmissione locale non è chiara in questa fase e vi è la possibilità di identificare ulteriori casi”.

L’Oms avverte che misure intensive di salute pubblica “dovrebbero continuare nel Regno Unito”. Oltre al tracciamento dei contatti in corso, afferma, “la ricerca dei casi e la sorveglianza locale delle malattie da eruzione cutanea dovrebbero essere rafforzate nella comunità GBMSM (gay, bisessuali, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) e nella comunità più ampia, nonché nelle strutture sanitarie primarie e secondarie”. Qualsiasi paziente con sospetto vaiolo delle scimmie, sottolinea ancora l’Oms, “deve essere indagato e isolato con cure di supporto durante i periodi infettivi presunti e noti, cioè rispettivamente durante gli stadi prodromici e rash della malattia”. Il “tracciamento tempestivo dei contatti, le misure di sorveglianza e la sensibilizzazione degli operatori sanitari, comprese le cliniche di salute sessuale e dermatologia, sono essenziali per prevenire ulteriori casi secondari e una gestione efficace dell’attuale focolaio. Inoltre – conclude l’Organizzazione mondiale della sanità – può essere presa in considerazione l’adozione di contromisure farmaceutiche nell’ambito di protocolli sperimentali“.

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