Via l’uomo della disfatta di Kharkiv, sospeso anche chi comandava la flotta russa nel Mar Nero e il grande mistero di Valery Gerasimov, il capo di Stato maggiore che ha in mano i codici delle armi nucleari. Dopo l’ammissione delle “difficoltà” sul campo da parte del vice di Medvedev, l’intelligence britannica lascia filtrare indiscrezioni sulla reazione di Vladimir Putin ai risultati insoddisfacenti ottenuti nei primi tre mesi di invasione dell’Ucraina.

E dopo le purghe nei servizi segreti della Fsb di cui si era avuta notizia nelle prime settimane di guerra, adesso tocca ai vertici militari. Una raffica di sospensioni, secondo il breafing pubblicato dal ministero della Difesa di Londra, si è abbattuto sulle gerarchie di Esercito e Marina. Finendo, secondo gli 007 inglesi, per influenzare le tattiche sul terreno. Ad avviso dei servizi britannici, infatti, c’è una “crescente tendenza” da parte degli ufficiali a rinviare le decisioni chiave ai superiori. La conseguenza? Uno stallo sul campo per la Russia, poiché la sostanziale inerzia non permettere di “riacquistare l’iniziativa”.

A pagare il conto finora sarebbero stati Serhiy Kisel e Igor Osipov. Il primo, tenente generale, comandava la prima unità delle Guardie carriste ed è stato sospeso. L’allontanamento è dovuta all’incapacità di prendere Kharkiv, una delle città maggiormente colpite fin dai primi giorni dell’offensiva e sostanzialmente rasa al suolo con bombardamenti continui. Le truppe russe però non sono mai riuscite a ottenere il controllo della città, tra quelle essenziali per “chiudere il cerchio” nella zona sud-est dell’Ucraina. Il vice-ammiraglio Osipov invece era al comando della flotta nel Mar Nero, dove è stato perso l’incrociatore Moskva, colpito da un missile ucraino e affondato nelle ore successive. Si è trattato della più grande perdita di mezzi dall’inizio del conflitto, anche in chiave simbolica visto che la nave da guerra era considerato un “gioiellino” della Marina.

Ignoto invece il grado di “fiducia” di cui goda il capo di Stato maggiore Gerasimov: probabilmente è ancora al suo posto, secondo gli 007 londinesi, ma non è chiaro se sia nelle ‘grazie’ del presidente Putin. Su Gerasimov, tra l’altro, nelle scorse settimane erano circolate voci di un ferimento in Ucraina durante un raid di Kiev in occasione di una sua visita. Una vera e propria imboscata, alla quale secondo altre fonti il più alto in grado delle forze armate russe sarebbe sfuggito per poche ore.

L’intelligence britannica segnala che probabilmente tra i militari e nel sistema di sicurezza russi sta iniziando prevalere la una cultura dell’insabbiamento, con molti ufficiali impegnati nella guerra più concentrati sullo schivare “responsabilità personali” rimandando le decisioni chiave ai loro superiori. Un cortocircuito che per i servizi inglesi rischia di mettere a dura prova il modello di comando e controllo di Mosca, oltre all’avanzata sul campo in Ucraina, nonostante la scelta maturata già 40 giorni fa di affidare il coordinamento dell’operazione militare ad Aleksandr Dvornikov, veterano pluridecorato a capo delle forze russe in Siria, che hanno ampiamente usato bombe a grappolo e missili termobarici.

Twitter: @andtundo

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