L’andamento dell’invasione in Ucraina ha spinto il presidente russo Vladimir Putin a licenziare circa 150 ufficiali dell’Fsb (il Servizio federale per la sicurezza), alcuni dei quali sono stati anche arrestati. Lo scrive il Times, spiegando che tutti gli espulsi erano dipendenti del Quinto Servizio, una divisione costituita nel 1998, quando Putin era direttore dell’Fsb, per svolgere operazioni nei paesi dell’ex Unione Sovietica con l’obiettivo di mantenerli nell’orbita della Russia.

Secondo il quotidiano londinese, è in corso un’epurazione di massa dell’intelligence russa: oltre 100 agenti sono stati rimossi dal loro lavoro e il capo del dipartimento responsabile per l’Ucraina è stato mandato in prigione. Sergei Beseda, 68enne ex capo del servizio, è stato mandato nel carcere di Lefortovo a Mosca dopo essere stato messo agli arresti domiciliari il mese scorso. La prigione fu usata dall’Nkvd, il predecessore del Kgb, scrive sempre il Times, per interrogatori e torture durante la Grande Purga di Stalin degli anni ’30. L’epurazione dell’Fsb è stata denunciata da Christo Grozev, direttore esecutivo di Bellingcat, l’organizzazione investigativa che ha smascherato i due avvelenatori di Salisbury nel 2018, che non ha rivelato la fonte delle sue informazioni.

Anche il vice di Beseda, Anatoly Bolukh, era stato arrestato a inizio marzo. I due erano a capo del dipartimento dell’Fsb per l’intelligence estera, quello che si è occupato di raccogliere informazioni per preparare l’invasione. Ma non sono i soli ad aver pagato la guerra russa in Ucraina: anche il vice comandante della Guardia nazionale in Russia (Rosgvardia), il generale Roman Gavrilov, è stato arrestato meno di un mese fa. E ora circola la notizia che pure un fedelissimo di Putin, l’ex consigliere Vladislav Surkov, sia finito ai domiciliari.

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