Draghi incontrerà Biden il 10 maggio? Siamo gli ultimi della classe per quanto riguarda i giovani laureati, gli stipendi degli operai e tante altre cose. Ma come discepoli della Nato siamo i primi della classe“. È il commento pronunciato ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus) dal filosofo Massimo Cacciari, che, a proposito del prossimo incontro tra Mario Draghi e Joe Biden alla Casa Bianca, osserva con toni perplessi: “L’Italia è la prima della classe, è quella che, rispetto agli altri Paesi, applica le misure di emergenza con più radicalità. Speriamo che serva, se non altro, a farci dare materie prime dagli Usa a prezzi di favore, visto che siamo i più bravi”.

Cacciari si sofferma sulle cause dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, premettendo: “Noi in Occidente abbiamo completamente dimenticato l’intervento dell’Ucraina nel Donbass negli anni precedenti. Il Donbass è stato assalito e bombardato. Vabbè. La smemoratezza dell’Occidente è una virtù totale. Detto questo, è chiaro che il tentativo di rovesciare il governo ucraino da parte della Russia è assolutamente inammissibile. Questo tentativo è ormai evidentemente fallito. Credo che a questo punto la possibilità di una trattativa sia possibile, se si è ragionevoli – continua – Si tratta di discutere del regime di due regioni, la Crimea e il Donbass. La sovranità dell’Ucraina, invece, è fuori discussione e poi sarà la stessa Ucraina a decidere il suo destino con l’Occidente, con l’Ue, con la Nato. Sarà, quindi, compito della Ue e della Nato essere ragionevoli e valutare bene se sia il caso di porre altri missili e altre testate a ridosso della Russia. Ma questo non dipende dalla Russia, che non può c’entrare niente nelle decisioni che prendono l’Ucraina, l’Italia o la Germania. Dipenderà tutto dalla nostra ragionevolezza. E io spero che ci sia, anche se credo che non sia stato molto ragionevole l’allargamento della Nato negli ultimi anni”.

L’ex sindaco di Venezia menziona le promesse verbali effettuate nel febbraio del 1990 dal segretario di Stato americano James Baker all’allora presidente dell’Urss, Michail Gorbaciov, in occasione della Conferenza “Open Skies” di Ottawa: “Dopo la caduta del muro di Berlino, Baker assicurò che la Nato non si sarebbe allargata verso i Paesi dell’ex Urss”.
E aggiunge: “La Russia di Putin è un’oligarchia con molti caratteri assolutamente mafiosi. Lui ha cominciato questa sciagurata campagna mettendosi dalla parte del torto, ma questo non implica ignorare le cause di quello che sta succedendo. È come decidere di capire un film dagli ultimi due minuti. Lavrov dice che la Nato ostacola le trattative? E che ne so io. Questo non possiamo saperlo né io, né nessuno di quei giornalisti che pontificano in giro, manco stessero nelle stanze segrete. Io so solo la storia e so che quando cade il muro di Berlino e si disfa l’Urss, l’unica condizione posta da Gorbaciov, poi ribadita in modo molto più prepotente da Putin, era che non si allargasse la Nato. Questa promessa è stata smentita nel corso degli anni successivi”.

Cacciari conclude: “L’invasione russa in Ucraina non è giustificabile neanche per sogno. Ed è anche un suicidio per l’immagine politica della Russia, tanto da far sperare che tutto questo comporti qualche conseguenza per la leadership di Putin, perché è chiaro che da lui è stato commesso un tremendo errore: non solo non è riuscito a rovesciare e a cambiare il regime politico in Ucraina, ma ha realizzato un formidabile rafforzamento dei suoi avversari. Dal punto di vista della politica interna della Russia, ce n’è abbastanza per mandare Putin a quel paese“.

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