Televisione

Catherine Spaak, dalla denuncia delle molestie nel cinema al garbo di “Harem” solo con ospiti donne: ritratto di un’icona di eleganza

Ancora prima del MeToo, l'attrice ebbe il coraggio di denunciare quanto subito sul set. A partire dal coming of age, "I dodici inganni", divenne presto un'icona di un'intera epoca, quasi un modello da emulare

di F. Q.

Ancora prima del MeToo, Catherine Spaak ebbe il coraggio di denunciare. E poi, negli anni, non smise mai di raccontare battute volgari, molestie, e persino “punizioni” per aver rifiutato avance, che negli anni era stata costretta a subire. Nata in Francia nel 1945 da una famiglia belga, che aveva tra i suoi membri anche artisti e uomini politici (lo zio fu più volte primo ministro del Belgio), Catherine Spaak, scomparsa il 17 aprile dopo una lunga malattia, ha avuto una carriera costellata di successi. Forte, acerba e curiosa, schietta e consapevole, romantica e volitiva: l’attrice, presentatrice e cantante ha segnato un’epoca.

In svariate interviste raccontò, facendo nomi e cognomi, ciò che aveva subito sul set: “Sono stata molestata e l’ho dichiarato, con sincerità, a differenza di tante mie colleghe che l’hanno fatto solo qualche anno fa, con l’inizio del #MeToo”, disse in un’intervista alla La Stampa. “Sul set de ‘L’armata Brancaleone‘, uscito nel 1966, mi presero di mira, ero diventata un bersaglio. Venivo accolta sul set con battute volgarissime, anche dal regista Mario Monicelli. Ero terrorizzata. Un po’ di tempo dopo Vittorio Gassman mi chiese scusa”, raccontò invece al settimanale Gente, parlando anche di un episodio con Ugo Tognazzi che “appena salita sulla sua auto mi mise le mani addosso. Io urlai. Lui frenò, aprì la portiera e mi scaraventò fuori”. “Già negli anni Settanta denunciai questo stato di cose e le mie affermazioni suscitarono clamore – disse ancora – Ma le colleghe attrici dissero che era capitato solo a me. Mi arrivarono avances persino mentre ero sposata con Johnny Dorelli. Per avere il permesso di corteggiarmi, diciamo così, gli venne offerta una cartiera. Lui rilanciò: ‘Due cartiere’”. Un trattamento che, rivelò all’epoca dell’intervista, avrebbe subito anche a Mediaset quando conduceva Forum, dal 1985 al 1988: “Non volli subire la corte di una persona che aveva potere. Quindi sono stata punita e sostituita”.

Divenne signora dei salotti televisivi, con una gentilezza e un fascino senza pari. Sue tre edizioni di Forum, dal 1985 al 1988, con il giudice Santi Licheri. E poi il programma in Rai che l’ha fatta più apprezzare dal pubblico per la sua eleganza e raffinatezza: Harem. Nel salotto di Rai3, Spaak portò diverse ospiti, Marina Ripa di Meana, Margherita Buy, Monica Bellucci, Ornella Muti e tante altre. Ogni puntata tre donne si parlavano e si raccontavano. Dietro le quinte, in attesa di raggiungerle a fine puntata, un “uomo misterioso” che diceva la sua opinione sui temi appena trattati.

Al centro del programma, appunto le donne. Le stesse che, stando a un’intervista rilasciata dall’attrice, negli anni non hanno ottenuto più diritti. “Le cose sono cambiate solo apparentemente, il maschilismo è diffuso dappertutto. Quando ho avuto problemi di salute, in ospedale le infermiere mi hanno confessato molto spesso di subire molestie. È una triste realtà non solo italiana. Una cosa è cambiata: ora hanno paura, stanno più attenti”.

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