La Cina e Stati Uniti tornano a parlarsi ai massimi livelli: per la prima volta da novembre, oggi alle 14 i presidenti Xi Jinping e Joe Biden si scambieranno al telefono “opinioni sulle relazioni” bilaterali e “di reciproco interesse”, riferisce la nota di Pechino, non citando però la guerra in Ucraina che invece viene menzionata in modo esplicito dalla Casa Bianca. I due leader si sono incontrati già 11 volte in passato e Xi ha salutato Biden, anche a novembre, come un “vecchio amico“. Il colloquio – richiesto dalla parte americana, precisa il ministero degli Esteri cinese – si profila molto delicato per l’equilibrismo (“la vera neutralità”) finora rivendicato dalla Cina dopo l’invasione da parte della Russia. A Pechino, in ambienti diplomatici, circola l’ipotesi che la leadership comunista fosse a conoscenza dei piani di Putin, anche se forse non nei minimi dettagli. C’era però la sufficiente convinzione, apprende l’Ansa, che “l’intimidazione” russa con gli oltre centomila soldati schierati alla frontiera avrebbe avuto maggiore effetto sul governo di Kiev, al punto che lo scontro si sarebbe potuto risolvere prima del 4 marzo, giorno d’apertura delle Paralimpiadi invernali di Pechino 2022. La resistenza ucraina e la reazione compatta dell’Occidente, insieme alle immagini dei violenti bombardamenti sui civili, hanno fatto invece crescere l’imbarazzo a Pechino, malgrado i media ufficiali continuino a parlare di “operazione militare speciale” (l’espressione usata da Putin) invece di “guerra”. Washington cerca di sfruttare questo spazio per pressare la Cina a “mollare” la Russia. Vladimir Putin è un “dittatore omicida” e un “delinquente puro”, ha detto il presidente Usa Joe Biden, parlando ad un evento a Capitol Hill in occasione della Festa di San Patrizio. Il presidente russo, ha detto Biden rincarando la dose rispetto a quanto già affermato mercoledì, sta combattendo una “guerra immorale” contro il popolo ucraino.

Alcuni segnali però iniziano a emergere: nell’ultima conferenza stampa da premier di Li Keqiang, tenuta l’11 marzo, per la prima volta da anni non ci sono state domande dei media russi, né Li ha fatto riferimenti – nelle proprie risposte – all’amicizia “senza limiti” tra i due Paesi, che era stata confermata nella dichiarazione congiunta del 4 febbraio firmata da Xi e Putin. Nell’incontro di Roma di lunedì, il capo della diplomazia del Partito comunista Yang Jiechi ha detto al consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, che la Cina avrebbe sostenuto i colloqui per un cessate il fuoco, ma i media statali cinesi non hanno riferito se Yang avesse risposto alla richiesta americana di astenersi dal sostenere la Russia. Un’inversione di rotta difficile alla luce della dichiarazione congiunta di pochi giorni prima. Yang, tra l’altro, si è lamentato per la diffusione di “false informazioni per distorcere o screditare la posizione della Cina”, ma non ha criticato direttamente gli Stati Uniti sull’Ucraina né si è opposto alle sanzioni contro la Russia, in contrasto con il duro attacco di un anno fa in Alaska quando si scagliò davanti alle telecamere contro la delegazione statunitense. Con la crescente pressione internazionale, ha osservato una fonte, “la Cina si trova ora a un bivio cruciale“, rischiando di trovarsi più isolata e con l’aggiunta delle sanzioni se dovesse sostenere il Cremlino.

“Continuiamo a chiedere a tutte le nazioni, specialmente quelle con influenza diretta con la Russia, di usare qualunque leva abbiano per costringere Mosca a porre fine a questa guerra. Crediamo che la Cina in particolare abbia la responsabilità di usare la sua influenza con il presidente Putin e di difendere le regole e i principi internazionali che dichiara di sostenere”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Invece, sembra che la Cina si stia muovendo nella direzione opposta, rifiutandosi di condannare questa aggressione mentre cerca di presentarsi come un arbitro neutrale”, ha spiegato. “E siamo preoccupati che stiano valutando la possibilità di assistere direttamente la Russia con l’equipaggiamento militare da utilizzare in Ucraina”, ha affermato.

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