“Prof? Parliamo un po’ della guerra?”.

“Eh no, ragazzi, non crediate che non abbia capito quello che volete fare. Vecchia tecnica, la conosco. Far parlare l’insegnante per perdere tempo”.

“Ma non vogliamo parlare del più e del meno. Vogliamo capire. E comunque parlare della guerra non è tempo perso”.

Ci hanno detto che la scuola di tempo ne ha perso già troppo. Dad, Did, quarantene. Guarda tu se questi devono fare scoppiare una guerra nel secondo quadrimestre con tutto quello che c’è da fare. Su, fuori i libri che devo andare avanti con il programma. Oggi ripassiamo la subordinata concessiva”.

“Prof, ma quella sta lì anche domani. La guerra è oggi!”.

“Era anche ieri, da un’altra parte e ce ne sarà un’altra domani. Il libro di storia ne è pieno. Fuori la grammatica”.

“Prof, ma noi vorremmo fare qualcosa, almeno parlarne”.

“Fate come tutti, andate sulle storie Instagram, condividete una frase della Montessori, una bandiera, una poesia di Rodari, ordinate uno spritz e siamo a posto”.

“Ma noi vogliamo capire! Lei non pensa che stia per succedere un disastro?”.

“L’Invalsi dici? In effetti mi preoccupa. Per quello dobbiamo ripassare la concessiva”.

“Ma chissenefrega dell’Invalsi, prof. Sono solo crocette. Là invece muoiono le persone”.

“Non cominciate adesso con queste storie lacrimevoli. Che poi, se ne parliamo in classe, ci dicono che siamo i soliti professori buonisti che dovrebbero pensare a fare lezione e invece fanno politica in classe”.

“Ma lei ci ha detto che la politica ci riguarda tutti!”.

“Anche la grammatica. Tirate fuori il libro”.

“Dall’altra parte d’Europa tirano fuori i fucili e noi dobbiamo parlare delle subordinate?! Piuttosto antologia! Leggiamo qualcosa!

“Eh già, bravi voi. Leggere. Ma anche leggere, oggi, non è mica così facile. E se sul libro ci sono degli autori russi? Tolstoj? Parla male di Napoleone, quello. Voglio mica inimicarmi gli alleati francesi. Nabokov? Che poi mi denuncia pure il Moige. O Dostoevskij. Quello poi, oggi no. Adesso non si possono leggere. Mica voglio finire sul giornale”.

“Scusi, prof, ma gli autori vanno letti tutti, sempre. Per contestualizzare. Per approfondire. Poi li analizziamo e li commentiamo”.

“Ah. E queste cose dove le avete imparate?”

“A scuola, prof”.

E niente, non c’è verso. Nonostante i tentativi di giustificarci di noi adulti, questi ragazzi, increduli e bisognosi di risposte, vogliono davvero comprendere che succede.
Toh, una subordinata concessiva.

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