di Roger Sterling

Purtroppo quando si parla dell’argomento cannabis ci sono alcune persone che, mischiando un po’ di luoghi comuni da bar e qualche dato scientifico a loro favore, costruiscono così una realtà inesistente. Un esempio lampante è il post apparso sul blog dal titolo La cannabis è stata sdoganata ma siamo comunque di fronte a una sostanza dannosa, un mix di argomenti per poter dire che l’alcool va bene perché “[…] un conto è se parliamo di alimenti che fanno parte della nostra cultura e che comunque, a dosi corrette, sono anche benefici, un altro è una sostanza psicotropa (agisce principalmente sul cervello) che sicuramente è quasi sempre dannosa”.

Premesso che ogni opinione è lecita, lecita è anche la critica: partiamo dal concetto di dannoso. Lo stato permette ampiamente a chi è maggiorenne di danneggiarsi quanto e come vuole: volete bere due bottiglie di grappa e finire in coma etilico? Nessun problema. Volete giocarvi anche le mutande ai giochi d’azzardo? Tutto ok. Volete fumare due pacchetti di sigarette al giorno? E si potrebbero fare altri esempi.

Per i proibizionisti quando si parla di cannabis invece lo stato deve diventare paternalista, vessare chi decide di fare un uso personale di queste sostanze e regalare gli introiti delle vendite e la gestione alla criminalità. Certamente usare marijuana a scopo ricreativo non è una passeggiata di salute; d’altra parte l’alcol, venduto in ogni supermercato e bar, crea problemi ben peggiori: l’alcolismo (che è una malattia riconosciuta) crea risse, degrado, problemi di salute, diffusione degli alcolici tra i minorenni.

Il modo migliore per fare prevenzione è l’informazione, legalizzare controllando il mercato con leggi a tutela dei consumatori. La guerra alla cannabis ha fallito e ne abbiamo le prove davanti a noi. L’Italia ha però al suo interno una grande quantità di ipocriti, basterebbe guardare ai paesi dov’è legalizzata per osservare come non ci siano stati particolari problemi, tutti paesi civilizzati e occidentali (Stati Uniti, Canada, Malta per citarne alcuni).

L’autore dell’articolo porta anche una tesi che non ha nessun riscontro nel mondo reale: gli spacciatori “ad esempio, all’insaputa del compratore, mescolano droghe leggere e pesanti con varie tecniche”. Peccato che non ci sia nessuna notizia o studio a supporto di questa affermazione, anzi il contrario, come nell’articolo apparso sul sito WebMD Fentanyl Laced Weed: 3 Myths You Should Stop Believing Now.

In conclusione, c’è da dire che il numero di persone favorevoli alla legalizzazione aumenta costantemente: è da chiedersi se e quando una certa parte politica riuscirà a intercettare questa voglia di cambiamento.

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