Un attacco frontale, durissimo contro la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i referendum su eutanasia legale e legalizzazione della cannabis. Il comitato promotore dopo aver replicato punto per punto alle dichiarazioni del presidente della Consulta, Giuliano Amato, sul referendum sulle sostanze stupefacenti, ha indetto una conferenza stampa. Marco Cappato, l’avvocato Filomena Gallo, Marco Perduca. Per tutti quella dei giudici è stata una “valutazione politica” e per Cappato è stato “sferrato un attacco” al comitato promotore. Ma non solo “c’è stata una manipolazione della realtà”. E proprio il comitato valuta se contestare formalmente la decisione se questa, come il comitato ritiene, fosse arrivata sulla base di errata valutazione del testo.

“Ascoltare la conferenza stampa del presidente Amato ci ha dato la certezza di elementi di valutazione politica, si è trattato di una conferenza stampa politica – ha detto Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – Ci sono stati giudizi che puntano a minare la reputazione e la credibilità dei comitato promotori dei referendum ai quali, al microfono e fuori microfono, è stata attribuita un incapacità tecnica di scrivere i quesiti. C’è anche l’accusa di aver preso in giro milioni di persone firmatarie dei referendum. I comitato promotori sono stati trattati con disprezzo come se noi fossimo una banda di incapaci”. In realtà spiega Cappato i quesiti “sono stati scritti dalla Cassazione” e le parole eutanasia e cannabis sono usate nella campagna referendaria. Il presidente Amato in conferenza stampa “ha detto cose non vere, oggi si direbbe delle ‘fake news‘. Cappato ha parlato di “manipolazione della realtà” e “violazione grave del diritto” dei cittadini di esprimersi.

“La conferenza di oggi si rende necessaria a seguito della conferenza stampa di Amato. Noi non abbiamo ancora le motivazioni con le quali la Corte ha dichiarato inammissibili i due referendum. C’è solo un comunicato stampa relativo ad uno dei quesiti che evoca la tutela delle persone più deboli e fragili, unica cosa che sappiamo in termini di giudizio di ammissibilità – prosegue Cappato- . Ci eravamo permessi di fare valutazioni sul carattere politico del giudizio, come avevano scritto autorevoli costituzionalisti perché è cosa nota che costituzione indica in modo tassativo le tre materie escluse dalla possibilità di referendum – rimarca -. La Corte nei decenni ha poi aggiunto dei criteri, che sono esposti ad interpretazione quindi a valutazione, che diventa inevitabilmente anche politica“. “Ma se questa era la nostra valutazione a caldo quando abbiamo appreso della notizia della inammissibiità, ascoltare poi la conferenza stampa di Amato ci ha dato la certezza di elementi di valutazione politica perché si è trattato di una conferenza stampa politica”.

“Non ho da dare una risposta personale ad Amato, ma dire che nel quesito si parlava di eutanasia e non di omicidio del consenziente contiene una manipolazione della realtà. Il quesito è come stabilito dalla Corte di Cassazione sull’omicidio del consenziente. Se Amato non gradisce i termini della nostra propaganda politica non ha nulla a che vedere con l’ammissibilità, gli elettori non sono bambini e giudicano sulla base del contenuto del referendum. O c’è un errore materiale nel giudizio dei due quesiti, o c’è un attacco in malafede al comitato promotore. Scelga il presidente della Corte quale delle due possibilità” ha aggiunto Cappato.

Nel quesito sulla cannabis “non è prevista nessuna legalizzazione della cocaina, su cui potremmo aprire un dibattito, e nessuna legalizzazione dell’eroina, su cui potremmo aprire un altro dibattito. Il titolo usato correttamente della Corte di Cassazione che sarebbe andato al voto degli italiani conteneva il termine ‘sostanze’. Quindi si è insinuata incapacità e preparazione di alcuni giuristi”, che hanno operato per la formulazione del quesito, “per togliere autorevolezza ai comitati promotori, per questo la conferenza stampa del presidente della Consulta, Giuliano Amato, di ieri è stata al 100% politica”.

“Sull’inammissibilità del referendum sulla cannabis c’è stato un errore tecnico e un intento politico. Su quel quesito al momento non abbiamo neanche 3 righe scritte” di spiegazione “e su questo c’è una ragione, perché se avessimo davanti quelle righe saremmo tutti quanti impegnati a pressare la Corte Costituzionale per avere altre spiegazioni. Il presidente Amato – ha detto Riccardo Magi, deputato di +Europa e fra i promotori del referendum sulla cannabis – ha messo sul tavolo tutto il suo peso e carisma per danneggiare i comitati promotori. Poi quando si dice che i quesiti sulla cannabis parlano in realtà di altre sostanze allora significa che non è stato letto neanche il titolo del testo. Noi vogliamo tenere acceso sul faro dell’attività della Corte Costituzionale, quello che abbiamo ascoltato è stato molto meno di un pelo che quello che il presidente Amato diceva non dover essere cercato. ‘I quesiti erano sbagliati, è stato detto, ma questo non è vero, è il giudizio ad essere sbagliato”.

“Se i giudizi di inammissibilità sono stati dati sulla base di un errore materiale metteremo in discussione la validità di quel giudizio. Ma dovremo valutare i margini, forse strettissimi per una contestazione formale – ha poi aggiunto Cappato – È una violazione grave di diritti fondamentali del popolo italiano. Oggi sul fine vita inizia una discussione su un testo di legge base peggiorativo della situazione attuale, che restringerà le possibilità di accesso all’uso del suicidio“.

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