Due giornalisti collaboratori dell’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ndr) e alcuni cittadini afgani che lavorano con loro sono stati arrestati a Kabul. Stiamo facendo del nostro meglio per risolvere la situazione”. È quanto rende noto la stessa Agenzia con un post su Twitter, concludendo che “non faremo ulteriori commenti vista la natura della situazione”. Zia Shahreyar, giornalista del Bbc Persian identifica uno dei giornalisti rapiti con Andrew North, un ex giornalista della Bbc con sede a Kabul, che è stato diverse volte in Afghanistan da quando i Talebani hanno preso il potere l’anno scorso. Il Washington Post, citando una fonte di un’unità di intelligence dei Talebani, scrive che “diversi cittadini stranieri” sono stati arrestati a Kabul con l’accusa di lavorare con intelligence occidentali. Qualche ora prima dell’annuncio dell’agenzia Onu, sempre su Twitter, l’ex vice presidente afghano Amrullah Saleh denunciava la cattura dell’ex corrispondente della Bbc e di altri 8 cittadini stranieri. “Nove cittadini di Paesi occidentali sono stati rapiti, tra loro Andrew North e Peter Juvenal, proprietario del ristorante Gandomak. I Talebani sono bugiardi”, ha scritto Saleh.


Nell’agosto 2021 Richard Brennan, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), aveva assicurato che i Talebani avevano chiesto che il personale delle Nazioni Unite rimanesse nel Paese assicurando la loro incolumità, mentre un mese dopo avevano chiesto di poter prendere la parola addirittura all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, visto che lo Stato asiatico ne è membro dal 1946. Un documento riservato Onu visionato dalla Reuters racconta invece di minacce e abusi verso personale diplomatico e internazionale delle Nazioni Unite, compreso il saccheggio degli uffici Onu, che hanno avuto inizio sin “dal 10 agosto”, come si legge nei documenti.

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