Nulla di fatto anche al quarto tentativo a Montecitorio nella votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica. Sale il capo dello Stato Sergio Mattarella, con 41 voti in più rispetto al terzo scrutinio, toccando quota 166 voti. Cinquantasei le preferenze per il pm Nino Di Matteo, votato dal gruppo degli ex 5 Stelle de “L’Alternativa c’è”, al posto dell’ex magistrato Paolo Maddalena, indicato nelle prime tre votazioni.
La maggioranza richiesta per l’elezione del presidente della Repubblica si è abbassata a 505 voti, ma, senza accordo tra i partiti, con la ripetizione del rito delle schede bianche da parte del centrosinistra e la decisione di astenersi del centrodestra (per contarsi, evitare eventuali franchi tiratori e non mostrare divisioni su candidati non concordati), servirà continuare a votare.

Sono state 441 le astensioni nel quarto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica. Rispetto all’indicazione dei leader di tutte le forze che compongono la coalizione, che parte da una base di 453 grandi elettori (non rientra nel computo la presidente del Senato Casellati che, di prassi, non vota), c’è stata però una differenza di 12 voti: due grandi elettori, Elio Vito di Forza Italia e Vittorio Sgarbi del Misto-Noi con l’Italia, hanno ritirato la scheda, smarcandosi dal resto del centrodestra.

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