La Commissione europea adotterà il 2 febbraio l’atto delegato che include gas e nucleare nel regolamento sulla Tassonomia. Ma insieme alla data, c’è anche un’anticipazione: saranno possibili solo “piccole modifiche” rispetto alla bozza inviata il 31 gennaio ai Paesi membri e agli esperti della Piattaforma finanza sostenibile che, di fatto, hanno bocciato il testo. A dichiararlo, nel corso di un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, è stata la commissaria responsabile del dossier, l’irlandese Mairead McGuinness. Poche ore prima, a dimostrazione che all’interno della stessa Commissione vi sia divisione sul tema, le parole del commissario al Bilancio, l’austriaco Johannes Hahn: “Devo aspettare la bozza finale, ma non ho mai nascosto la mia opinione sul nucleare” ha detto, aggiungendo che voterà contro, qualora il testo dell’atto delegato dovesse rimanere quello inviato ai Paesi membri.

Austria e Lussemburgo pronte a portare la questione alla Corte di giustizia – A preoccuparlo, tra le altre cose, è quel “periodo di transizione” che, come più volte ribadito dalla presidente Ursula von der Leyen, renderebbe necessaria l’inclusione di gas naturale e nucleare. Anche se, spiega Hahn, per il nucleare “in realtà è molto più di 100 anni”, quindi “non è transitorio”. Una posizione in linea con quelle del suo Paese e del Lussemburgo, che hanno minacciato di portare la Commissione in Corte di giustizia, ma anche di Danimarca e Spagna, rispettivamente con i commissari Margrethe Vestager e Josep Borrell. “Il denaro europeo non può essere utilizzato per le centrali nucleari o per le centrali a gas” spiega Hahn, citando quanto scritto “sul nostro regolamento che include anche i fondi strutturali”. E in effetti le regole sui green bond del Next Generation EU garantiscono agli investitori che i fondi raccolti non saranno destinati a gas e nucleare, mentre la tassonomia – stando alle ultime anticipazioni – probabilmente lo permetterà, anche se a certe condizioni. A sostegno di gas e nucleare, invece, all’interno dell’organo esecutivo dell’Ue, oltre a Mairead McGuinness, commissaria ai Servizi finanziari, anche il vicepresidente lettone Valdis Dombrovskis.

Europarlamentari contro la bozza – Nel frattempo, piovono critiche anche dall’Europarlamento. Dal Ppe ai socialdemocrati, dai Verdi alla sinistra unitaria. “Come Europa Verde abbiamo da sempre manifestato con forza il nostro no all’inserimento di gas e nucleare in tassonomia verde, pertanto mi auguro che venga dichiarato nullo l’atto delegato che li contrassegnerebbe come investimenti verdi” spiega l’europarlamentare Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde. “Siamo preoccupati – sottolinea – del possibile tracollo del regolamento sulla tassonomia Ue, in quanto il meccanismo inizialmente destinato a creare un goldstandard per gli investimenti sostenibili e per combattere il greenwashing perderebbe ogni credibilità”. I Verdi ricordano, tra l’altro, che con l’energia nucleare sono già state accumulate in tutto il mondo 300mila tonnellate di materiale altamente radioattivo, mentre “ci sono ancora questioni irrisolte sullo stoccaggio a lungo termine delle scorie radioattive e sullo smantellamento delle centrali nucleari alla fine della loro vita operativa”. Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, sottolinea che, stando alle parole di Mairead McGuinness “la Commissione Ue ignora il parere scientifico degli esperti, il palese dissenso di alcuni Stati membri come la Germania, la Spagna, l’Austria e il Lussemburgo” e anche il monito arrivato da numerosi gruppi del Parlamento europeo e persino dal Responsabile Ambiente del PPE, il tedesco Peter Liese. “Se non cambierà idea – aggiunge – il Movimento 5 Stelle darà battaglia al Parlamento europeo contro l’atto delegato della Commissione europea che, ricordiamo, può essere respinto dalla maggioranza assoluta dell’aula”. Di fatto l’organo esecutivo dell’Unione europea si assume il rischio di una bocciatura presso la Corte di Giustizia dell’Ue, presso la quale alcuni Paesi potrebbero sollevare il caso. “E pagherà di certo – conclude Laura Ferrara – le conseguenze di questa incomprensibile testardaggine”.

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