Al ministero dello Sviluppo economico è stato sottoscritto l’accordo quadro sul percorso per la riconversione industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio ex Gkn, ora passato alla Qf Spa dell’imprenditore Francesco Borgomeo. L’accordo raggiunto tra azienda e sindacati prevede un iter di reindustrializzazione condiviso, finalizzato a rilanciare il sito produttivo e garantire la salvaguardia occupazionale, fa sapere il Mise. Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale, ricordano che l’accordo è stato “reso possibile dopo mesi di lotta e di resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori e dopo la vittoria al Tribunale di Firenze del ricorso ex articolo 28 presentato dalla Fiom dì Firenze. È grazie alla cura con cui le lavoratrici e i lavoratori hanno custodito lo stabilimento, che oggi possiamo ripartire garantendo la continuità occupazionale”.

Durante il periodo necessario a individuare possibili investitori saranno attivati “tutti gli strumenti disponibili a sostegno dei lavoratori, anche quelli per favorire la riqualificazione professionale”. Il Mise proseguirà insieme ad Invitalia il confronto tra le parti e di monitoraggio sugli impegni sottoscritti al fine di sostenere il percorso di riconversione industriale e la tutela dei lavoratori. “L’accordo quadro”, spiegano i sindacati, “ricostruisce la vertenza attraverso le azioni che hanno determinato la situazione attuale, per poi definire il cronoprogramma per la riconversione industriale dello stabilimento. Viene definita operazione “ponte” la fase che consentirà di arrivare al piano di reindustrializzazione attraverso soggetti industriali individuati dal Dottor Borgomeo, che ha già rilevato il 100% delle quote di GKN in QF con la presa in carico del progetto”. Le parti hanno concordato la garanzia della continuità occupazionale e contrattuale per tutti i lavoratori sia durante il periodo “ponte” che dopo con la reindustrializzazione, comprendendo anche i lavoratori degli appalti. “Saranno avviati percorsi di formazione che in una prima fase prevedranno un processo di mappatura delle competenze presenti in azienda al fine di evitare ulteriori perdite di professionalità”.

Entro il 15 febbraio Qf dovrà comunicare alla Rsu i nominativi dei soggetti interessati alla reindustrializzazione ed entro il 31 marzo dovranno essere presentate alle parti le proposte vincolanti d’acquisto, che dovranno rispettare i termini dell’Accordo Quadro.

I sindacati fanno sapere inoltre che “durante il periodo “ponte” saranno utilizzati gli ammortizzatori sociali atti a governare al meglio le difficoltà congiunturali di questa fase con lo strumento della cassa integrazione ordinaria e con la cassa cosiddetta di “transizione”. La gestione dell’ammortizzatore sociale prevedrà anche accordi successivi per l’anticipo della cassa e l’equa rotazione dei lavoratori, la maturazione integrale dei ratei e di indennità integrative”. Le parti hanno anche stabilito che qualora al 30 agosto 2022, come previsto nel cronoprogramma, non dovesse concretizzarsi il progetto di riconversione industriale, sarà QF stessa a farsene carico anche con la partecipazione di equity di Invitalia e di altri investitori privati. “Per la Fiom e la Cgil è fondamentale che i contenuti dell’ipotesi di accordo siano sottoposti a validazione democratica dei lavoratori con referendum. L’ipotesi di accordo sarà valida solo se l’esito del referendum sarà positivo; se negativo sarà da considerarsi nulla sotto ogni effetto. Sull’ipotesi di accordo chiediamo un ruolo di controllo e garanzia del Mise e di Invitalia e la costituzione di un comitato di Proposta e Sorveglianza”.

La Fim-Cisl giudica “positivamente” il raggiungimento di un’ipotesi di accordo quadro ma “ribadisce che la conclusione positiva della vertenza si determinerà solo quando gli impegni di Qf troveranno attuazione concreta, con l’ingresso del nuovo investitore e con un piano industriale di prospettiva che realizzi gli impegni a salvaguardia dell’occupazione”.

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