Gli scandali sulle feste a Downing Street e i guai per il premier inglese Boris Johnson sembrano non avere fine. Secondo quanto rivela il quotidiano inglese Daily Telegraph alcuni dipendenti di Downing Street hanno partecipato ad altre due feste in pieno lockdown, il 16 aprile scorso, con tanto di alcol e musica ad alto volume. E questo la sera prima dei funerali del principe Filippo, che la regina Elisabetta II ha pianto da sola perché il lockdown imposto dalle autorità britanniche non permettevano la partecipazione alla funzione religiosa nella cappella privata del Castello di Windsor. Il Telegraph spiega che all’evento organizzato nella residenza ufficiale del primo ministro hanno partecipato una trentina di persone. Arrivano in giornata le ormai consuete scuse da parte del premier britannico che, tramite il suo portavoce Jamie Davies, ha affermato che il governo riconosce che il party ha causato “una significativa rabbia pubblica“. “È profondamente deplorevole che ciò sia avvenuto in un momento di lutto nazionale e Downing Street si è scusata con il palazzo”, ha aggiunto.

Tra i partecipanti non era presente il primo ministro Boris Johnson, che era invece andato nella residenza di campagna a Chequers. Sempre seecondo il Telegraph consiglieri e funzionari pubblici si sarebbero riuniti dopo il lavoro in due occasioni per salutare il portavoce del premier britannico James Slack e anche per congedare uno dei fotografi personali del primo ministro. In entrambe le occasioni non sarebbe mancato l’alcol e testimoni avrebbero raccontato al Telegraph di gente che beveva e ballava fino a tarda notte. E di un membro dello staff che sarebbe stato mandato in un vicino supermercato con una valigia da riempire con bottiglie di vino. Sempre secondo il Telegraph un testimone avrebbe raccontato di aver visto un membro dello staff usare e rompere, in giardino, l’altalena del figlio di Johnson, Wilfred. Le regole in vigore in quel periodo permettevano che fino a sei persone o due famiglie potevano incontrarsi all’esterno, mentre all’interno le persone potevano solo socializzare con la propria famiglia o rispettare le regole della ‘bolla’. L’ex portavoce ed ex direttore della comunicazione James Slack, in una nota pubblicata il 14 gennaio ha detto di volersi “scusare senza riserve per la rabbia e il dolore causati” dal party del 16 aprile. “Quell’evento non avrebbe dovuto esserci in quel momento. Sono profondamente dispiaciuto e mi assumo la piena responsabilità”, ha detto Slack, che l’anno scorso ha lasciato Downing Street per diventare vicedirettore del quotidiano The Sun.

Per BoJo questi sono sicuramente momenti critici. Nei giorni scorsi il premier stava cercando di superare le critiche dei Tories grazie alle scuse pubbliche in Parlamento, ma ora spuntano fuori altri episodi controversi. Il malcontento sta crescendo anche all’interno del suo stesso partito: secondo quanto riporta il Guardian, più del 60% dei deputati conservatori sono ora favorevoli alle dimissioni del capo del governo tanto da iniziare a discutere apertamente dell’invio di alcune lettere a Graham Brady, il presidente del comitato 1922 (il gruppo conservatore alla Camera dei Comuni), per chiedere un voto di sfiducia nei suoi confronti.

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