Quarantene a scuola, si va verso nuove regole. Le ennesime. Sarà così se il governo accetterà di dar seguito alla nuova proposta delle Regioni, che in attesa di un incontro ufficiale tra i governatori, hanno fatto filtrare quella che sarà l’idea che sottoporranno al governo. E cioè: alle elementari e in prima media, con 4 o più contagi in classe, è prevista una settimana la Dad e la quarantena per tutti gli alunni della classe, oltre al tampone (quest’ultimo necessario solo per i non vaccinati, se quelli con copertura vaccinale non hanno sintomi). Sotto questa soglia è prevista l’autosorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari. Da sottolineare, inoltre, la differenziazione di misure in base al ciclo scolastico e al tasso di vaccinazione È tutto scritto nero su bianco nella bozza delle Regioni, che i governatori oggi discuteranno per avanzare la proposta al Governo. La raccomandazione “razionale” delle Regioni è quella di prevedere questa misura in vista di una copertura vaccinale alta (70%) con contatti a basso rischio e di tenere conto dell’andamento epidemiologico e in particolare della variante Omicron. L’esecutivo, dal canto suo, ha deciso di accelerare: nel pomeriggio, infatti, il premier Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza e il commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Motivo? Il rientro in classe e le regole per i contagi nelle scuole. Tradotto: può ancora succedere tutto e il contrario di tutto.

Un’indicazione, quest’ultima, che prefigura ulteriori possibili cambiamenti a seconda del ciclo scolastico frequentato dagli studenti. Non è un mistero, infatti, che nelle scuole primarie il tasso di vaccinazione degli studenti sia bassissima, mentre il discorso inverso va fatto per le scuole secondarie di primo (le medie) e secondo livello (le superiori). Interessanti, a tal proposito, le dichiarazioni del sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “L’intenzione del governo è di riaprire le scuole, il 10 gennaio, e riaprirle favorendo il più possibile la didattica in presenza – ha il sottosegretario – Il fatto che il 74% dei ragazzi tra 12 e 19 anni si è vaccinato, ci mette di fronte e a un quadro migliore rispetto a qualche settimana fa. L’unica riflessione che resta aperta è sul meccanismo delle quarantene per cercare di limitare al minimo la didattica a distanza. Ovviamente – ha aggiunto – per i ragazzi tra i 6 e i 12 anni le percentuali sono più basse, attorno al 10%, perché la vaccinazione è partita da poche settimane”.

“Sospendere il progetto di Sorveglianza delle Scuole Sentinella” – Il documento delle regioni è composto da due punti e altrettante pagine. La prima proposta è quella di sospendere il Progetto di Sorveglianza delle Scuole Sentinella. Gli ultimi dati disponibili, del resto, parlano chiaro. Secondo il Governo era previsto un test ogni 15 giorni su 54.663 studenti tra primarie e medie. Questi numeri non sono mai stati raggiunti. In tal senso, i report pubblicati da ISS parlano di 4 test effettuati, rispettivamente su 39.680, 48.089, 47.551 e 36.105 ragazzi. Tre volte su 4 non sono stati registrati i dati di tutte le regioni. Da qui la proposta dei territori: eliminare del tutto il progetto delle Scuole Sentinella.

“Quarantene diverse per scuole primarie e secondarie” – Per quanto riguarda le quarantene, invece, il documento propone una differenziazione tra vari cicli scolastici anche in base ai tassi di vaccinazione tra gli studenti. La bozza, tuttavia, parte con una premessa logica: “Le presenti indicazioni sono formulate in funzione dell’attuale contesto epidemiologico e potranno essere riformulate in considerazione della loro evoluzione“. Tradotto: se la situazione dei contagi in Italia dovesse migliorare o peggiorare allora parliamone. Nella fattispecie, per le scuole dell’infanzia, in considerazione dell’assenza di copertura vaccinale e dell’impossibilità di applicare le misure di prevenzione (distanziamento e/o mascherina), le regioni chiedono che con un solo caso nella sezione ci sia la quarantena per tutti e lo stop della frequenza. In tal caso deve esserci una comunicazione tra il Servizi di Igiene e Sanità Pubblica e l’Asl, con quest’ultima che comunica a scuola e famiglie il provvedimento di quarantena. Per quanto riguarda le scuole primarie e le secondarie di primo grado (ovvero per tutti gli studenti di età inferiore ai 12 anni) la situazione cambia poco, anche in considerazione della copertura vaccinale bassa (campagna vaccinale recentemente avviata), di contatti a basso rischio e della diffusione della variante Omicron. Ad ogni modo: con un caso all’interno della classe, a scuola i contatti restano in aula in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. Con due o più casi, tutti in quarantena di 7 giorni con test antigenico o molecolare effettuato tra il 5° e il 7° giorno.

Per quanto riguarda gli studenti delle scuole secondarie di primo (ovvero per chi ha già compiuto i 12 anni d’età) e secondo grado, le raccomandazioni cambiano proprio in virtù della forte copertura vaccinale (circa 70%), pur permanendo l’esistenza di contatti a basso rischio e tenendo conto la diffusione della variante Omicron. Per gli studenti più grandi, fino a 2 casi si resta tutti a scuola: i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. Anche in questo caso si raccomanda l’utilizzo di FFP2. Con 3 o più casi, invece, quarantena di 7 giorni per tutti con test antigenico o molecolare effettuato tra il 5° e il 7° giorno.

La figura del tamponatore scolastico – Tornando alla questione quarantena, la bozza come detto differenzia “le misure in base al livello di scuola/età e al numero di casi identificati nella classe/gruppo/sezione”. In tal senso, “il numero di casi è conteggiato ed individuato nell’arco di 10 giorni” si legge nel testo delle Regioni. Che poi partono da un dato di realpolitik per proporre una soluzione che farà molto discutere: la figura del tamponatore a scuola. “Poiché alla stato attuale le potenzialità di esecuzione di tamponi antigenici o molecolari nelle strutture pubbliche è sottoposto ad una importante pressione – hanno scritto le regioni – la verifica circa la presenza di casi successivi al primo può basarsi su tamponi antigenici eseguiti in diversi contesti o eseguiti in autosomministrazione vigilata a scuola”. E qui viene proposta la figura del tamponatore scolastico: “Tale ultima modalità (autosomministrazione vigilata a scuola) può essere limitata ai soli contesti che si prestino a tale applicazione – è scritto – e in tal caso il sistema sanitario si rende disponibile a formare i soggetti individuati dal sistema scolastico cui demandare il supporto alla esecuzione del test antigenico rapido in autosomministrazione vigilata”.

Le altre raccomandazioni – Dopo aver elencato le diverse misure a seconda del ciclo scolastico, le regioni poi concludono con alcune raccomandazioni. Ovvero: evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato; verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa; promuovere maggior utilizzo di FFP2 e avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule.

Articolo Precedente

Rientro in classe, Regioni (divise) contro il governo. Zaia: “Test fai da te gratis a studenti. Riaprire a febbraio? Non è una tragedia”

next
Articolo Successivo

Rientro a scuola, mini-vertice con Draghi poi Bianchi vede i sindacati: “Nessun rinvio”. Cgil e Uil: “Silenzio sulle misure, è inaccettabile”

next