Divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di visoni, volpi, procioni, cincillà e animali di qualsiasi specie impiegati per ricavarne pelliccia. Lo prevede un emendamento alla manovra in discussione al Senato firmato dalla capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris, sostenuto da altri 9 sentori e approvato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama. La misura consente in deroga agli allevamenti di mantenere gli animali già presenti nelle strutture non oltre il 30 giugno 2022. Per indennizzarli sono stanziati 3 milioni di euro.

“Una vittoria frutto dell’instancabile lavoro di contatto, informazione e collaborazione portato avanti in questi anni con tutti i soggetti istituzionali coinvolgibili, e che condividiamo con le decine di migliaia di persone che hanno sostenuto la nostra battaglia e firmato le nostre petizioni”, commenta Lav, (la Lega Antivivisezione) sul proprio sito, dove ricorda che ogni anno in Italia vengono uccisi oltre 60mila visoni proprio per ricavarne pelliccia. “L’Italia è un Paese più civile, abbiamo messo la parola fine ad una industria crudele, anacronistica, ingiustificabile che non ha più motivo di esistere in una società civile dove il valore di rispetto per gli animali, in quanto esseri senzienti, è sempre più diffuso e radicato”, aggiunge Simone Pavesi, Resp.le Area Moda Animal Free.

L’associazione ricorda inoltre che la campagna #EmergenzaVisoni lanciata nel 2020 aveva portato a un traguardo importante: la temporanea sospensione degli allevamenti fino al 31 dicembre, con due Ordinanze del Ministro della Salute Roberto Speranza. Alla base del provvedimento, che ha “evitato la nascita di 40mila esemplari altrimenti destinati a diventare pellicce”, la scoperta di un focolaio in un allevamento olandese.

Nello specifico, l’emendamento approvato prevede lo smantellamento entro il 30 giugno 2022 dei 5 allevamenti rimasti in Italia che si trovano nelle province di Brescia, Cremona, Forlì-Cesena, Ravenna, L’Aquila. L’associazione ambientalista ricorda che un decreto del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero della Salute sarà emanato entro il 31 gennaio 2022 per regolare cessione, sterilizzazione e detenzione dei visoni in strutture preferibilmente gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute.

“Questo voto cancella un pezzo di made in Italy e un intero settore produttivo in un momento storico che vede una pandemia in corso e una Nazione nuovamente provata dalla permanenza del virus”, commenta invece in una nota Roberto Tadini, presidente dell’Associazione Italiana Pellicceria. “Gli allevamenti di visoni italiani sono un’attività legittima, regolamentata, certificata, controllata. Garantiscono una produzione di qualità, sono ispezionati da revisori autonomi e seguono il protocollo WelFur per il benessere degli animali in allevamento, il sistema riconosciuto dalla Commissione Europea e inserito nella banca dati sull’autoregolamentazione”, dice Tadini. “Riteniamo che con questo gesto sia stato bandito un pezzo di storia di questo Paese. Il nostro appello va al Presidente Draghi e al suo senso di responsabilità per rivedere quella che a nostro parere è stata un’operazione ideologica inserita in una Legge senza avere alcun legame con necessità di bilancio di Stato. L’allevamento di visoni in Italia è un segmento economico piccolo, ma è un’eccellenza nel mondo. Appartiene a una tradizione e a una cultura rurale di secolare memoria. Siamo colpiti e amareggiati. Il nostro grazie va alle forze politiche e ai Senatori che hanno provato ad opporsi a questo ‘espropriò ingiustificato”.

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