Green pass per tutti a eccezione degli studenti, tamponi salivari a campione, mascherine e distanziamento in classe, nei corridoi e in palestra. Ma anche ingressi scaglionati e il ricorso alla Dad in caso di contagio ma solo per la classe dell’interessato. Sono queste le misure con cui la scuola si prepara ad affrontare l’inizio d’anno 2021-2022 in pandemia dopo la pausa estiva: una ripartenza che in metà del Paese è programmata per domani, lunedì 13 settembre, mentre per le altre regioni avverrà in maniera progressiva fino alla data del 20 settembre fissata in Calabria e Puglia. Saranno 368 mila le classi a riaprire, per un totale di 60 mila professori e 8,5 milioni di alunni tra scuole statali e paritarie, di cui oltre 846 mila in nidi e materne, 2,3 milioni nelle elementari, un milione e mezzo alle medie e 2,6 milioni alle superiori. Sulla carta si dovrebbe tornare in presenza, ma come ha raccontato ilfattoquotidiano.it dal Nord al Sud ci sono ancora scuole che, per mancanza di spazi, lunedì mattina partono con un orario scolastico che contempla almeno un giorno di scuola, da fare a turno, dalla propria camera o salotto.

La dad, dunque, non va in soffitta. Per il resto il primo strumento adottato dal Governo per combattere il Covid tra i banchi sarà appunto la certificazione verde, che non solo servirà ai docenti, al personale di segreteria e ai bidelli, pena la sospensione, ma anche a tutti coloro che per qualsiasi motivo entreranno negli istituti, compresi i genitori degli allievi. Il controllo spetterà ai dirigenti scolastici, che saranno chiamati a rispondere con multe fino a mille euro in caso di dimenticanze o omissioni. Un grosso problema, da questo punto di vista, potrebbe manifestarsi nel caso delle scuole materne: in questa fascia di età è normale la presenza dei genitori all’inizio dell’attività scolastica per favorire l’inserimento nel nuovo ambiente e questo implica che, ad una media di mezzo minuto per persona, in una scuola tipo con 100 bambini, il tempo di attesa possa arrivare fino a 50 minuti o al massimo la metà se al controllo vengono assegnate due persone.

Via libera anche ai tamponi salivari, tanto che il piano prevede di monitorare almeno 55 mila alunni ogni 15 giorni. Si tratta di un campione di 110 mila studenti al mese, rappresentativo della popolazione scolastica di riferimento che ammonta a un totale di circa 4,2 milioni di alunni. A essere coinvolti, su base volontaria, ragazzi e ragazze di elementari e medie. Nel Lazio è stata individuata una platea di 30 mila persone: si partirà a ridosso del ritorno in classe con i primi 17 mila test messi a disposizione della struttura commissariale.

Quanto alla vita all’interno degli istituti, gli studenti sopra i sei anni dovranno continuare a indossare la mascherina durante le lezioni: a fornirla, come già accadeva l’anno scorso, sarà la scuola e dovrà trattarsi esclusivamente di quella chirurgica. Accantonate quindi la ffp2, la ffp3 e qualsiasi altra forma di dispositivo di protezione individuale non prevista dal protocollo a meno che non si tratti di ragazzi con disabilità uditiva: loro, i loro compagni e i loro insegnanti potranno infatti indossare la mascherina trasparente. Il distanziamento di un metro (due in palestra) andrà rispettato anche negli spazi comuni e nei corridoi, dove si dovranno seguire i percorsi indicati dalla segnaletica per raggiungere l’ingesso e l’uscita in modo da non incontrare flussi di senso opposto. Obbligatorio il cambio d’aria per 5-10 minuti ogni ora e quando possibile la ricreazione andrà fatta all’aperto: in alcune scuole viene richiesta la borraccia e la merenda.

A cambiare saranno però anche gli spostamenti da e verso le strutture scolastiche, con riguardo in primis agli orari di ingresso, che verranno spalmati nell’arco della mattinata. A Milano, ad esempio, i ragazzi delle superiori entreranno per il 70% prima delle otto e per il restante 30% dopo le 9,30 mentre a Roma i turni saranno perlopiù alle otto e alle 9,40. In generale, gli slot orari (con turni eventualmente anche pomeridiani) saranno obbligatori per le secondarie di secondo grado mentre per medie ed elementari si deciderà a livello locale. Sul fronte dei trasporti, il ministro Enrico Giovannini ha assicurato che i servizi aggiuntivi messi a disposizione dalle regioni sono il triplo di quelli del settembre 2020.

Se in classe c’è un caso di positività, occorrerà seguire le regole fissate dalla circolare del ministero della Salute che differenzia i contatti stretti da quelli a “basso rischio”. Rientrano in questa categoria quelli “faccia a faccia” ad una distanza inferiore ai due metri e per meno di 15 minuti oppure quelli avvenuti in un ambiente chiuso per meno di 15 minuti.

Domani si parte in dieci regioni: Lazio, Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Umbria, Veneto, Valle d’Aosta e Trentino per un totale di circa 4 milioni di studenti. Il 6 settembre avevano già ricominciato 90 mila ragazzi in Alto Adige. Il 14 settembre tocca alla Sardegna, il 15 a Campania, Molise, Marche, Liguria e Toscana; il 16 sarà la volta di Sicilia e Friuli-Venezia Giulia; chiuderanno Puglia e Calabria il 20 settembre.

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