Hanno tirato la corda, votato gli emendamenti dell’opposizione, minacciato di astenersi e alla fine, in cambio del sì al decreto Green Pass, hanno ottenuto rassicurazioni su temi a loro cari. Non solo relativi allo stop ad obblighi aggiuntivi relativi al possesso del certificato verde, ma anche sulle cartelle esattoriali. Con tanto di esultanza per aver posto le proprie condizioni, subito gelata però dalle parole del presidente del Consiglio Mario Draghi durante la riunione a Palazzo Chigi per approvare l’obbligatorietà del certificato verde per il personale esterno delle scuole e quello impiegato nelle Rsa.

Nel corso del Consiglio dei ministri il premier avrebbe infatti confermato che a breve ci sarà una “ampia estensione” dell’obbligo. Fonti di governo presenti al tavolo sostengono che nessun commento sarebbe stato fatto dai ministri leghisti presenti alla riunione. Una versione, insomma, diametralmente opposta a quella fornita mercoledì da Matteo Salvini, che aveva sostenuto di aver ottenuto dal premier “garanzie” sul punto. Ma soprattutto in contrasto con le rivendicazioni sbandierate dal Carroccio una manciata di minuti prima. Il “sì” al decreto Green Pass in votazione alla Camera, secondo il racconto della Lega, arriva dopo una “trattativa” condotta con Draghi. I pochi deputati della Lega in Aula hanno votato a favore il testo, approvato con 259 sì, 34 no e due astensioni.

Il ‘prezzo’ del voto, stando alle stesse fonti leghiste, sono sei ordini del giorno votati con il parere favorevole del governo: “Milioni di euro per tamponi a prezzo simbolico per i minorenni e le famiglie in difficoltà, estensione della validità a 72 ore del tampone molecolare, il riconoscimento del tampone salivare rapido, il risarcimento per eventuali danni da vaccino, l’esclusione di obblighi estesi e generalizzati, ad esempio per l’utilizzo dei mezzi pubblici”, spiegano dal Carroccio. In realtà, come spiegato dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, per quanto riguarda il tampone salivare l’impegno è ad “avviare in tempi brevi un percorso di approfondimento – da concludere entro 60 giorni – con gli organismi tecnico scientifici competenti, al fine di valutare la possibilità di riconoscere la validità” dello strumento diagnostico.

La Lega ha chiesto e avrebbe ottenuto, secondo il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, attraverso la “trattativa” l’impegno a “prorogare ulteriormente i termini delle notifiche delle cartelle esattoriali riferite al periodo relativo all’emergenza della pandemia”. Un impegno “esteso anche a sospendere gli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati dall’agente della riscossione”, dice il deputato salviniano.

“La Lega è soddisfatta perché, dopo un confronto costruttivo, è riuscita a ottenere dal governo alcuni impegni importanti, confermati in sede di accoglimento di ordini del giorno e che saranno inseriti nei prossimi provvedimenti”, affermano fonti del Carroccio rimarcando come i propri ‘successi’ mentre Pd e M5s “approvavano la coltivazione e il consumo di droga in casa, la Lega lavorava con Draghi per risolvere problemi ben più reali e concreti”. Se non fosse che il premier, di fronte a Giancarlo Giorgetti e gli altri ministri della Lega, avrebbe ribadito che uno dei punti principali – l’estensione ‘ampia’ del Green Pass – è tutt’altro che archiviata.

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