Il secondo giorno dopo la presa di Kabul è quello in cui i guerriglieri talebani, nuovi padroni dell’Afghanistan, tentano di rassicurare la popolazione e la comunità internazionale. Innanzitutto, annunciano un’amnistia generale per i funzionari statali, quei dipendenti del governo (in fuga) di Ashraf Ghani che temevano – e temono ancora – per la propria incolumità. Non solo: diritti garantiti alle donne, compresi quelli di studiare, lavorare e far parte del nuovo governo. Sempre secondo i dettami della sharia, ma senza il burqa, basta l’hijab. Così i talebani tentano di rifarsi un’immagine agli occhi degli afghani e del mondo, rompendo – per ora solo a parole – con l’oscurantismo più cruento degli anni ’90 e cercando di accreditarsi come moderati e capaci di governare l’Afghanistan. Un’apertura cui vogliono credere – sebbene con sfumature e motivazioni diverse – Cina, ma anche Russia e Turchia, che parlano di “messaggi positivi”. Mentre resta prudente e scettico l’Occidente, a partire dalla Nato e dall’Unione europea. “Mi sembra siano uguali a prima, ma parlano un inglese migliore”, ha commentato l’alto rappresentante della politica estera della Ue, Josep Borrell. Mentre l’Unhcr assicura che “sarà sorvegliato attentamente se tali promesse saranno onorate o infrante“.

Il nuovo regime intanto si riorganizza. Dopo 20 anni tra prigionia in Pakistan ed esilio a Doha, è tornato in Afghanistan il mullah Abdul Ghani Baradar, capo dell’ufficio politico in Qatar ed ex vice del mullah Omar, per discutere con gli altri leader a Kandahar della formazione del nuovo governo. Il portavoce Zabihullah Mujahid ha tenuto la prima conferenza stampa a Kabul, aperta alle domande dei giornalisti nell’intento di convincere sulla trasparenza e l’asserita “libertà di stampa” del nuovo corso, promettendo al mondo la fine delle ostilità e il rispetto dei diritti delle donne. Il tentativo di accreditarsi con la comunità internazionale passa per il primo incontro “positivo e costruttivo” con la Russia. Non esclude a priori un riconoscimento nemmeno il governo britannico: il premier Boris Johnson lo condiziona “al rispetto dei diritti umani e dell’inclusione”. Mentre si è riunito online il consiglio Affari esteri dell’Ue: “I talebani hanno vinto la guerra quindi dobbiamo parlarci, per discutere ed evitare un disastro migratorio e una crisi umanitaria”, ha ammesso Borrell.

Borrell ha parlato al termine del vertice dei ministri degli Esteri dell’Ue, riunito d’urgenza per discutere le prossime mosse: la priorità iniziale è “assicurare l’evacuazione del nostro staff, di quello afghano che ha lavorato per noi, e di chi vuole lasciare il Paese”, ha spiegato. Ma la vera preoccupazione per l’Europa è la conseguente ondata di profughi. Il premier Mario Draghi, intervistato dal Tg1, si è detto certo che anche l’Unione europea sarà all’altezza delle prossime sfide: “Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza“. Durante il vertice Ue, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha invocato una risposta europea comune. In questo momento la priorità, ha dichiarato, è “la protezione dei civili” e “la messa in sicurezza degli afghani che hanno collaborato con la comunità internazionale”. Poi, ha proseguito Di Maio, “la garanzia del rispetto del diritto e degli standard internazionali in materia di diritti umani deve essere una chiara condizione da porre ai Talebani, pena l’isolamento internazionale del Paese”. Infine, il tema migranti, caro anche all’Italia: “È necessario che l’Ue metta a punto una risposta comune, anche in questo caso in stretto raccordo con i partner della regione, a cui andrà contestualmente assicurato il necessario sostegno”, ha spiegato Di Maio. Chiedendo coordinamento anche sul contrasto al terrorismo: “Dovremo trovare alleanze e coinvolgere tutti i Paesi, specie quelli della regione, che condividono questa stessa preoccupazione, oltre a Russia e Cina“.

Intanto, dopo il discorso di lunedì in cui il presidente Usa Joe Biden ha rivendicato l’abbandono dell‘Afghanistan, il New York Times rivela che già durante l’estate le agenzie di intelligence americano avevano messo in guardia su un rapido collasso dell’esercito afghano di fronte a un’avanzata dei talebani. Il presidente Biden e i suoi consiglieri dissero pubblicamente che era improbabile accadesse. Ora l’amministrazione Usa viene criticata anche dalla Cina: “Sia in Iraq, Siria o Afghanistan, ovunque vada l’esercito americano lascia turbolenze e divisione, caos, famiglie distrutte e devastazione. La forza e il ruolo degli Stati Uniti è la distruzione, non la costruzione”, le parole della portavoce del ministero degli Esteri di Pechino.

Dopo il caos di lunedì con i tentativi disperati di imbarcarsi su un volo verso la salvezza, l’aeroporto di Kabul ha ripreso a funzionare ed è ricominciato il via vai di aerei militari per l’evacuazione di occidentali e collaboratori afghani, anche se la cosa più difficile è proprio raggiungere lo scalo. Nemmeno la popolazione sembra infatti credere alle aperture dei talebani. Invitati a “riprendere il loro stile di vita con piena fiducia“, gli afghani – soprattutto gli uomini – si riaffacciano sulle strade della capitale, dove hanno riaperto i negozi, non le scuole e le università.

CRONACA ORA PER ORA (aggiornato alle ore 22.50)

21.56 – Convocata riunione del Consiglio per i diritti umani Onu
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha annunciato martedì che terrà una sessione speciale sull’Afghanistan il 24 agosto per affrontare le “serie preoccupazioni per i diritti umani” a seguito della presa del potere da parte dei talebani. L’incontro di Ginevra è stato convocato a seguito di una richiesta ufficiale presentata congiuntamente dai rappresentanti di Pakistan e Afghanistan, e finora sostenuta da 89 Paesi.

21.20 – Germania, Steinmeier: “Tragedia umana di cui condividiamo responsabilità”
“In questi giorni stiamo vivendo una tragedia umana di cui condividiamo la responsabilità e una cesura politica che ci scuoterà e cambierà il mondo”. A dichiararlo è stato il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier.

20.30 – Draghi: “G20 occasione per collaborare sui diritti”
“Il futuro per l’Italia è fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili. Certamente in questa grande opera di collaborazione mondiale entreranno Stati come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia. E tutti questi Stati sono membri del G20. Quindi il G20 offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione”. L’ha detto il premier Mario Draghi in un’intervista al Tg1.

20.18 – Draghi: “Rimpatrio di concittadini e collaboratori continua”
“L’opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici (molto pochi) che dovranno aiutare l’evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie quando le condizioni lo permetteranno. Voglio ringraziare tutte queste persone per il loro coraggio e la dedizione con cui svolgono il loro compito”. Lo ha detto il premier Mario Draghi al Tg1.

19.52 – Usa, “Biden si assume la responsabilità del ritiro caotico da Kabul”
“Il presidente e tutti i suoi collaboratori, me compreso, si assumono la responsabilità delle loro decisioni e delle loro conseguenze, ma ci sono anche responsabilità di altri”: lo ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca, rispondendo ad una domanda se Biden si assume la responsabilità del ritiro caotico dall’Afghanistan. Sullivan ha poi alluso alla mancata reazione dell’esercito afghano e delle autorità locali.

19.25 – New York Times: “007 Usa in estate avvertirono del rischio di un flop rapido”
Valutazioni classificate delle agenzie di intelligence Usa durante l’estate dipinsero un’immagine fosca della prospettiva di una conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani e misero in guardia su un rapido collasso dell’esercito afghano, anche se Joe Biden e i suoi consiglieri dissero pubblicamente che era improbabile accadesse. Lo scrive il New York Times citando dirigenti ed ex dirigenti del governo americano.

19.15 – Borrell (Ue): “Talebani uguali a prima, parlano inglese migliore”
“Mi sembra siano uguali a prima, ma parlano un inglese migliore”: lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera della Ue, Josep Borrell, rispondendo a chi gli chiedeva se le dichiarazioni concilianti dei Talebani di questi giorni non lascino intravedere un regime diverso da quello di prima.

19.07 – Terminato Consiglio esteri Ue: “Primo obiettivo è evacuazione staff”
“La conclusione” del Consiglio affari esteri “è che il primo obiettivo è assicurare l’evacuazione del nostro staff, di quello afghano che ha lavorato per noi, e di chi vuole lasciare il Paese, non possiamo abbandonarli, faremo tutto il possibile per dargli riparo”: lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera della Ue, Josep Borrell, che ha ringraziato l’Italia per il corridoio aereo, la Francia per la sicurezza militare sul campo e gli altri Paesi Ue che hanno fornito i visti per i 400 lavoratori afghani delle istituzioni Ue.

18.54 – Di Maio: “Coinvolgere tutti i Paesi nel contrasto al terrorismo”
“Il contrasto al terrorismo” in Afghanistan è la quinta priorità indicata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo al Consiglio Esteri Ue. “Non possiamo permettere che il Paese – ha detto secondo quanto si apprende il titolare della Farnesina – torni ad essere terreno fertile per gruppi terroristici e una minaccia alla sicurezza internazionale. Dovremo trovare alleanze e coinvolgere tutti i Paesi, specie quelli della regione, che condividono questa stessa preoccupazione, oltre a Russia e Cina”.

18.40 – Di Maio: “Su migranti serve risposta comune dell’Ue”
“Siamo consapevoli che si incrementerà la domanda di accoglienza di rifugiati e migranti dall’Afghanistan. È perciò necessario che l’Ue metta a punto una risposta comune, anche in questo caso in stretto raccordo con i partner della regione, a cui andrà contestualmente assicurato il necessario sostegno”. Lo ha affermato, secondo quanto si apprende, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo al Consiglio Esteri Ue.

18.22 – Di Maio: “Come Occidente, dobbiamo riflettere sui nostri errori”
“Non potremo esimerci, come Occidente, da una riflessione approfondita sugli errori commessi e sulle lezioni da apprendere dall’intervento ventennale in Afghanistan. Ora tuttavia è necessario definire una strategia condivisa. Nella visione italiana, l’approccio europeo dovrebbe articolarsi attorno a cinque priorità”. Lo ha affermato, secondo quanto si apprende, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo al Consiglio Esteri Ue.

17.50 – Portavoce talebani: “Siamo evoluti rispetto a 20 anni fa”
I talebani affermano di essersi evoluti rispetto a quando governarono l’Afghanistan 20 anni fa. “Il nostro paese è una nazione musulmana, lo era 20 anni fa e lo è adesso – ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid – ma per quanto riguarda l’esperienza, la maturità e la visione, vi è naturalmente una grande differenza fra noi ora e 20 anni fa. C’è una differenza nelle azioni che intraprenderemo. E’ stato un processo evolutivo”.

17.24 – Gb, Johnson: eventuale riconoscimento talebani dipende da diritti umani
Il riconoscimento della “legittimità” di un prossimo governo guidato dai Talebani in Afghanistan non è escluso a priori, ma sarà “soggetto al rispetto da parte loro degli standard internazionalmente concordati sui diritti umani e dell’inclusione”. Lo ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson in un colloquio con Imran Khan, capo del governo del Pakistan, ossia del Paese confinante – alleato dell’Occidente – che storicamente garantisce copertura agli studenti coranici.

17.10 – Colloqui Draghi-Merkel su protezione umanitaria
Il premier Mario Draghi ha avuto stamattina una conversazione telefonica con la Cancelliera tedesca, Angela Merkel. Nel corso del colloquio è stata discussa la protezione umanitaria di quanti hanno collaborato con le Istituzioni italiane e tedesche e delle categorie più vulnerabili, a partire dalle donne. Sono state inoltre approfondite le possibili iniziative da adottare in ambito Ue, G7 e G20 a favore della stabilità e a tutela dei diritti umani e di libertà fondamentali conseguite nel corso degli ultimi vent’anni.

16.41 – Il mullah Baradar è rientrato in Afghanistan
La delegazione guidata dal mullah Abdul Ghani Baradar è arrivata a Kandahar: lo ha reso noto il portavoce dell’ufficio politico dei talebani, Muhammad Naeem. Baradar, capo politico dei negoziatori talebani a Doha e co-fondatore del movimento con il mullah Omar, è rientrato in Afghanistan con una delegazione per discutere con gli altri leader del nuovo governo.

16.28 – Il vice di Ghani: “Sono io il presidente legittimo” – “In base alla Costituzione afgana, in assenza, in caso di fuga, dimissioni o morte del presidente, il primo vice presidente diventa presidente ad interim”. Lo scrive in un tweet Amrullah Saleh, vicepresidente afghano, che lancia un appello alla “resistenza” e definisce “inutile discutere ora dell’Afghanistan con il presidente degli Stati Uniti”. “Sono nel mio Paese e sono il presidente ad interim legittimo”, aggiunge, rivolgendosi a “tutti i leader per ottenere sostegno”.

15.13 – Stoltenberg: “Collasso imprevedibile, leadership afghana ha fallito” – Terminare la missione in Afghanistan “non è stato facile: il dilemma era lasciare e vedere i talebani riprendere il controllo o restare in una guerra senza fine. Non volevamo stare in Afghanistan per sempre”: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Quello che abbiamo visto nelle ultime settimane è stato un collasso militare e politico non prevedibile. La leadership politica afgana ha fallito nel trovare una soluzione politica e questo fallimento porta alla tragedia a cui stiamo assistendo oggi”, ha aggiunto.

14.35 – Lavrov: “Russia dialoga con Talebani, non con terroristi” – La Russia interagirà con varie forze politiche in Afghanistan solo fino a quando non saranno legate ai terroristi. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “Ho detto che la Russia interagirà con le forze politiche, il che esclude i gruppi che esistono lì e che sono stati collegati ad al-Qaeda o all’ISIS: queste sono organizzazioni puramente terroristiche e non le elenchiamo come gruppi politici”, ha detto Lavrov a Kaliningrad. I talebani (che sono comunque banditi in Russia in quanto considerati un’organizzazione terroristica) “hanno un ufficio politico comunemente riconosciuto” e la Russia “ha negoziato e sta negoziando con loro”, ha detto Lavrov, citato da Interfax.

13.41 – Il corpo di un rifugiato trovato nel vano ruote di un cargo Usa – Il Washington Post riporta che un corpo è stato trovato nel vano ruote di un C17, uno degli aerei cargo dell’Us Air Force partiti da Kabul nei giorni scorsi. Subito dopo il decollo, i piloti avevano segnalato la necessità di fare un atterraggio di emergenza perché non riuscivano a far rientrare le ruote. Non è chiaro se l’aereo in questione sia lo stesso che appare nel video mostra due persone che cadono nel vuoto dal C17 appena decollato.

13.40 – L’Unhcr chiede il divieto di rimpatrio in Afghanistan – L’Unhcr ha emesso un avviso di non rimpatrio per l’Afghanistan, chiedendo il divieto di rimpatrio forzato di cittadini afghani, compresi i richiedenti che hanno visto respingere le loro domande di asilo. Sulla scia del rapido deterioramento della sicurezza e dei diritti umani in gran parte del Paese e dell’emergenza umanitaria in corso, l’Agenzia chiede agli Stati di fermare i rimpatri forzati di cittadini afghani la cui domanda di protezione internazionale ha avuto esito negativo, si legge in un comunicato. L’Unhcr rimane preoccupata per il rischio di violazioni dei diritti umani contro i civili in questo contesto in evoluzione, comprese le donne e le ragazze e coloro che sono ritenuti di aver un’associazione attuale o precedente con il governo afgano, le organizzazioni internazionali o le forze militari internazionali.

12.57 – Ricostituita alla Farnesina l’ambasciata a Kabul – La Farnesina rende noto che l’Ambasciata d’Italia a Kabul, guidata da Vittorio Sandalli, dopo il rientro ieri in Italia dall’Afghanistan si è immediatamente ricostituita presso il Ministero degli Esteri, al pari delle altre rappresentanza diplomatiche europee ridislocate in patria, ed è già operativa. In stretto coordinamento con i partner europei, monitora la situazione sul terreno anche in vista della riunione dei Ministri degli Esteri Ue di oggi. Inoltre, continua ad essere operativo un presidio diplomatico italiano presso l’aeroporto di Kabul, in stretto coordinamento con la catena militare italiana e internazionale.

12.48 – “A Kabul calma grottesca, pochissime donne in strada” – “La nuova normalità a Kabul. Quasi nessuna donna in strada, molte di quelle che ci sono indossano burqa, accompagnate da un parente maschio. In alcuni quartieri c’è ancora una calma grottesca. In altri riaprono i negozi, la gente esce. Molti sono ancora nascosti in casa, troppo spaventati per uscire. La tv di Stato trasmette comunicati talebani e sermoni islamici pre-registrati. Sulle tv private compaiono poche donne, niente più musica o programmi di intrattenimento”. Lo scrive su Twitter Frud Bezhan, corrispondente da Kabul per Radio Free Europe.

12.17 – La giovane sindaca: “Aspetto i talebani, mi uccideranno” – Il New York Times ha pubblicato la testimonianza di Zarifa Ghafari, la sindaca più giovane dell’Afghanistan da sempre in prima linea per i diritti delle donne. “Verranno per le persone come me, mi uccideranno. Sono seduta qui in attesa che arrivino. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia. E comunque, dove andrei?”. Ghafari, 27 anni, nell’estate del 2018 è stata nominata dal presidente Ashraf Ghani come prima cittadina di Maidan Shar, capoluogo della provincia centrale di Maidan Wardak. “Sono distrutta, non so su chi fare affidamento. Ma non mi fermerò ora, anche se verranno di nuovo a cercarmi. Non ho più paura di morire”.

11.33 – Turchia: “Dai talebani messaggi positivi” – “Accogliamo con favore i messaggi positivi dati dai talebani agli stranieri, alle missioni diplomatiche e alla loro stessa popolazione. Spero che vedremo (lo stesso approccio) nelle loro azioni”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Çavusoglu, citato dal Daily Sabah, in merito alla situazione in Afghanistan. Cavusoglu ha specificato che la Turchia continua a mantenere il dialogo con tutte le parti, talebani inclusi: “Noi, come Turchia, sosteniamo lo sviluppo economico, la stabilità del fratello Afghanistan. Continueremo a sostenere la pace e la stabilità”.

10.36 – Facebook bandisce i talebani: “Organizzazione terroristica” – Facebook ha fatto sapere di aver bandito dalla piattaforma (e dalle controllate Instagram e Whatsapp) i talebani e tutti i contenuti a loro sostegno, in quanto considera il gruppo un’organizzazione terroristica. La società ha riferito di avere un team dedicato di esperti – di lingua madre dari e pashtun – per monitorare e rimuovere i contenuti collegati al gruppo. Per anni i talebani hanno utilizzato i social media per diffondere i propri messaggi e la loro rapida conquista dell’Afghanistan ha messo le società tecnologiche di fronte a nuove sfide per quanto riguarda la gestione dei contenuti. “I talebani sono sanzionati come organizzazione terroristica secondo la legge degli Stati Uniti e li abbiamo banditi dai nostri servizi secondo le nostre politiche sulle organizzazioni pericolose. Ciò significa che rimuoviamo gli account gestiti da o per conto dei talebani e vietiamo messaggi di sostegno, supporto e che li rappresentino”, ha riferito un portavoce di Menlo Park.

9.24 – Anche l’ambasciata indiana lascia: restano Cina, Russia e Pakistan – Anche l’India sgombera, almeno temporaneamente, la propria sede a Kabul. “Alla luce delle circostanze – si legge in un tweet del portavoce del ministero degli Esteri di Nuova Delhi, Arindam Bagchi – è stato deciso che il nostro ambasciatore a Kabul e lo staff indiano rientreranno immediatamente in India”. Restano tre, rileva la Bbc, le ambasciate che continuano a operare normalmente in Afghanistan dopo la resa di Kabul ai talebani:quelle di Cina, Russia e Pakistan.

8.22 – Il ministro degli Esteri cinese a Blinken: “Ritiro frettoloso” – Una critica al “ritiro frettoloso delle truppe” americane dall’Afghanistan è arrivata dal ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, nel colloquio telefonico di lunedì con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Wang – si legge in una nota pubblicata stamani sul sito web del ministero degli Esteri cinese – “ha chiarito la posizione della Cina sulla situazione in Afghanistan, affermando che ancora una volta i fatti dimostrano che è difficile” raggiungere gli obiettivi “applicando in modo meccanico modelli stranieri a Paesi con una storia, una cultura e condizioni nazionali completamente diverse”.

7.20 – L’ambasciatore Usa: “Restiamo a Kabul” – “Contrariamente a false notizie, lo staff dell’ambasciata americana e io restiamo a Kabul, lavorando duramente per aiutare migliaia di cittadini americani e afghani vulnerabili e continuando il nostro impegno qui”. Lo scrive su Twitter l’incaricato d’affari americano a Kabul, Ross Wilson.

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