A circa due settimane dai vertici del G7 e della Nato nei quali gli Stati Uniti hanno rimarcato il ruolo svolto dalla Cina non solo come competitor commerciale, ma anche come minaccia alla sicurezza del Blocco Atlantico, dal Paese asiatico arriva la notizia della costruzione di oltre cento nuovi silos per missili balistici intercontinentali, in grado di raggiungere anche gli Stati Uniti, in un’area desertica vicina alla città nord occidentale di Yumen. Una scoperta degli esperti del James Martin Center for Nonproliferation Studies di Monterey che hanno analizzato delle immagini satellitari che dimostrerebbero l’espansione delle capacità nucleari di Pechino.

Al termine dei summit e dopo la dura presa di posizione degli alleati, dal Partito Comunista Cinese erano arrivate diverse risposte con le quali si accusavano in special modo gli Stati Uniti di ricorrere a un “nuovo clima da Guerra Fredda” per isolare la Cina che, sostengono da Pechino, ha storicamente adottato una strategia militare difensiva. Ma la nuova scoperta, pubblicata anche dal Washington Post, solleva più di un dubbio sulle possibili aspirazioni del governo cinese e rischia di rendere più urgente l’avvio dei negoziati con la Cina sul controllo strategico degli armamenti nucleari. Le 145 costruzioni in fase di realizzazione ricordano quelle già esistenti per il lancio dell’arsenale di missili balistici cinesi e rappresentano un enorme avanzamento per la Cina che al momento si ritiene possegga tra le 250 e le 350 armi atomiche. Non è noto comunque l’esatto numero dei missili che dovrebbero essere contenuti in questi silos e potrebbe essere anche molto inferiore, dal momento che in passato la Cina ha già usato dei falsi silos per missili.

Non sarà facile, dopo gli scontri diplomatici seguiti ai vertici di due settimane fa, sedersi a un tavolo con Xi Jinping e arrivare a un’intesa in tempi rapidi. Lo dimostrano anche le parole del presidente cinese in occasione deli festeggiamenti per i cento anni del Partito Comunista Cinese: il popolo cinese, ha dichiarato, “non permetterà mai ad alcuna forza straniera di bullizzarci, costringerci e renderci schiavi. Chiunque tenterà di farlo, si romperà sicuramente la testa sulla Grande Muraglia d’acciaio costruita con il sangue e la carne di 1,4 miliardi di cinesi”. Strappando la standing ovation in Piazza Tienanmen, Xi Jinping ha detto che l’era della Cina “macellata e vittima di bullismo è finita per sempre. Il grande ringiovanimento della Nazione è in un percorso storico irreversibile dopo un secolo di umiliazione”.

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