Avrebbe dovuto parlare di contenuti dei media e della televisione e di come questi influenzino i giovani, ma Paxton Smith ha sorpreso tutti durante la cerimonia di consegna dei diplomi alla Lake Highlands High School di Dallas, in Texas. Tanto che il suo discorso in poche ore ha fatto il giro del mondo. La 17enne, infatti, dopo l’approvazione della nuova legge sull’aborto nello stato americano, che ha deciso di vietare l’interruzione di gravidanza dopo la sesta settimana, in pratica quando ancora molte donne non sanno neanche di aspettare un figlio.
“Oggi avrei dovuto parlare della tv, dei media e dei loro contenuti, perché sono una cosa importante per me – comincia la giovane neo-diplomata – Tuttavia, visti gli ultimi eventi, mi sembra sia più giusto parlare di una cosa che tocca me e altre milioni di donne in questo Paese. Recentemente la “legge sui battiti” è passata in Texas: da settembre sarà proibito abortire dopo la sesta settimana di gravidanza, indipendentemente se la gravidanza è stata causata da uno stupro o un incesto. Sei settimane, tutte le donne sanno che molte non si accorgono di essere incinta prima della sesta settimana”. Un’ingiustizia che Paxton spiega in maniera limpida: “Quindi prima di avere la possibilità di decidere se sono emotivamente, fisicamente e finanziariamente sufficientemente stabili per portare a termine la gravidanza, prima di poter decidere se possono prendersi la responsabilità di mettere al mondo un altro essere umano, quella decisione è stata già presa da un estraneo – continua – La decisione che condizionerà il resto della vita, è presa da un estraneo“.
Una decisione che, secondo Paxton, ancora di più dovrebbe colpire le giovani donne presenti alla cerimonia: “Io ho sogni, speranze e ambizioni. Ogni ragazza che si diploma oggi li ha. E abbiamo speso la nostra vita a lavorare per il nostro futuro – dice ancora durante il discorso – E senza il nostro consenso o controllo, ora quel futuro ci è stato strappato”. Poi prosegue: “Sono terrorizzata perché se il contraccettivo dovesse fallire, o se venissi stuprata, i miei sogni, le mie ambizioni, i miei sforzi per il futuro, non conterebbero più – spiega – Spero capiate e sentiate quanto questo sia straziante, che sentiate quanto sia disumano che l’autonomia sul vostro stesso corpo vi sia tolta“.
Quindi la studentessa conclude: “Sto parlando di questo oggi, in un giorno importante come questo, che onora 12 anni di studi, in un giorno in cui siamo riunite insieme per ascoltare una voce come la mia, una voce di una donna, per dirvi che questo è un problema. Un problema che non può aspettare. E non posso usare questo discorso per parlare di pace e orgoglio, quando c’è una battaglia sul mio corpo e una guerra sui miei diritti, una guerra sui diritti delle vostre madri e delle vostre sorelle, delle vostre figlie. Non possiamo restare in silenzio”.
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